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Vaccinazioni a scuola

Vaccinazioni a scuola

 

È evidente che i locali scolastici NON siano predisposti con idonee misure per la gestione dei rischi connessi alla somministrazione di vaccini e che il personale dell'Azienda Sanitaria difficilmente potranno attrezzarli adeguatamente per la somministrazione di una vaccinazione.

La vaccinazione è un atto sanitario che ci pone di fronte a rischi imprevedibili e la possibilità che il bambino possa subire una reazione avversa anche grave non può affatto essere ignorata.

Il consenso NON può essere fornito dai genitori “alla cieca”, con modulo da firmare oggi e riconsegnare in classe domani, senza che né la scuola, né l'Azienda sanitaria abbiano sentito il dovere di fornire informazioni sul vaccino da somministrare, sui suoi componenti, sulle possibili reazioni avverse, sulle eventuali allergie ai componenti stessi che potrebbero sconsigliarne la somministrazione, sulle condizioni di salute che i bambini debbono presentare per potersi sottoporre al vaccino, sulla garanzia che saranno presenti a scuola presìdi di intervento in caso di shock anafilattico o reazione avversa grave e così via.

Il consenso informato è principio consolidato in campo medico e non può risolversi in un mero formalismo burocratico, da sbrigare frettolosamente nei pochi minuti precedenti il trattamento o da raccogliere senza nemmeno fornire le delucidazioni, ma deve essere preceduto da informazioni compiute ed approfondite, potendo il medico incorrere in pesanti responsabilità in caso di omissione (cosi Cass. Civ. 16892/2019).

Va sottolineato ancora una volta che la vaccinazione è un atto medico non esente da rischi anche gravissimi e il Consenso Informato costituisce il fondamento della liceità dell’attività sanitaria.

A testimonianza di ciò vi proponiamo una delle tante esperienze che le famiglie ci inviano e prendiamo in esame una comunicazione avente ad oggetto “caso di meningite meningococcica (misure di profilassi)” nella quale viene offerta l’opportunità di aderire alla vaccinazione antimeningococcica ACWY a tutti i bambini e al personale scolastico già precedentemente sottoposti a chemioprofilassi a seguito del caso di meningite che ha colpito un bambino che frequenta la scuola materna di cui tratta questo caso.

Nella comunicazione si afferma che la vaccinazione verrà somministrata da personale ASL nei locali della scuola materna e non è neppure necessaria la presenza della famiglia. Si invita un genitore a firmare la comunicazione sopramenzionata per presa visione e per consenso al momento dell’effettuazione della vaccinazione.

Per curiosità esaminiamo nel sito della ASL territorialmente di competenza, la stessa che ha promosso la vaccinazione nella scuola materna di cui trattiamo: qui sono pubblicate le “modalità di vaccinazione” dove viene espressamente affermato:

“I minori devono essere accompagnati da un genitore o tutore o adulto munito di delega per il ritiro del certificato e/o la vaccinazione del minore.

E più avanti:

Al momento della presentazione presso l'ambulatorio si effettuano:

  • la verifica dei dati anagrafici,
  • la raccolta dei dati anamnestici e dei documenti sanitari utili per la valutazione medica,
  • l’eventuale visita medica,
  • l’informazione e raccolta del consenso informato,
  • l’esecuzione della vaccinazione.
     

Invitiamo poi tutti a leggere il Foglio Illustrativo del vaccino Nimenrix indicato per l’immunizzazione contro la malattia meningococcica invasiva causata da Neisseria meningitidis gruppo A, C, W-135 e Y e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di cui riportiamo brevi stralci:

E’ buona pratica clinica far precedere la vaccinazione da una anamnesi (con particolare attenzione alle vaccinazioni precedenti e alla possibile insorgenza di effetti indesiderati) e da un esame clinico.”

Ci chiediamo: è possibile ritenere di poter sottoporre un minore a un esame clinico in assenza del genitore? E l’anamnesi?

Più avanti si legge ancora:

“Un appropriato trattamento e supervisione mediche devono sempre essere immediatamente disponibili in caso di un raro evento anafilattico a seguito della somministrazione del vaccino.”

Simili avvertenze sono riportate sui Fogli Illustrativi di tutti i vaccini.

L‘anafilassi, come è noto, è una reazione potenzialmente fatale.

Anche se le reazioni anafilattiche avvengono raramente dopo una vaccinazione, la loro insorgenza rapida e la loro estrema gravità richiedono che i servizi di vaccinazione dispongano di attrezzature adeguate e di personale addestrato a fornire i primi soccorsi.
La reazione anafilattica generalmente inizia pochi minuti dopo la somministrazione del vaccino.


In Lombardia, nel 2006 è stato avviato un progetto che prevedeva la strutturazione di una rete di studi pediatrici distribuiti sul territorio con lo scopo di promuovere ed eseguire le vaccinazioni in ambulatorio.
L’APeG (Associazione Pediatri in Gruppo) ha predisposto a tal fine un percorso di formazione allo scopo di creare un unico modello di riferimento per tutti gli ambulatori medici coinvolti e ha redatto un manuale operativo “Vaccinare in sicurezza nell’ambulatorio del Pediatra” (per l’esecuzione delle vaccinazioni e per l’organizzazione dello studio) che vi invitiamo a leggere.


Di seguito ne riportiamo alcuni stralci:

Il personale addetto ai servizi di vaccinazione deve possedere una qualifica compatibile con l’attività da svolgere, deve essere opportunamente formato e deve essere periodicamente aggiornato per le emergenze legate alla pratica vaccinale.
(...)
Nell’ambulatorio vaccinale devono essere disponibili tutti gli strumenti e i farmaci necessari per il trattamento immediato delle eventuali reazioni avverse. L’anafilassi è la più grave delle reazioni avverse, anche se per fortuna raramente sembra essere mortale (0,6-5% dei casi verificatisi in ambiente non protetto) ed è un evento altamente stressante per il paziente, ma anche per l’operatore che si trova a gestirlo.
(...)
Il materiale necessario nell’ambulatorio del Pediatra di Famiglia per far fronte ad un’eventuale emergenza, è costituito da:

  • un lettino con lenzuolini di carta monouso, un lavandino dotato di acqua calda e fredda con asciugamani monouso e sapone liquido, contenitori per rifiuti speciali e per rifiuti assimilabili agli urbani o riciclabili;

  • attrezzature atte a garantire il mantenimento della catena del freddo ed a rilevare una sua eventuale interruzione;

  • dispositivi medici necessari per intervenire in caso di reazione grave;

  • farmaci adeguati ad affrontare l’emergenza;

  • protocolli operativi inerenti le diverse procedure, accessibili a tutto il personale.

    TABELLA DEI DISPOSITIVI MEDICI

  • fonendoscopio (pediatrico – adulti)

  • saturimetro

  • sfigmomanometro (con bracciali di varie dimensioni)

  • disinfettante chirurgico, acqua ossigenata, cotone idrofilo, garze, cerotti, guanti sterili e monouso

  • laccio emostatico

  • siringhe da insulina con ago rimovibile (da sostituire con ago di 3 cm se di lunghezza inferiore), siringhe da 2,5 - 5 - 10 ml

  • aghi butterflay 23 G – 21 G – 19 G

  • set per infusione, dispositivo per il dosaggio di soluzioni parenterali (“contagocce” tipo Delta-Dose 1, ref.2006), asticella per flebo

  • distanziatori (con maschera per lattanti, bambini e adulti)

  • apparecchio per aerosol

  • bombola O2, riduttore di pressione e flussometro

  • Ambu pediatrico e adulti (per bambini il pallone adeguato è di 750 ml – per adolescenti/adulti di 1200 ml)

  • maschere facciali “non-rebreathing” (misura 1- 2 - 3 - 4)

  • aspiratore, oppure 1 siringa da 50 ml con raccordo ago a cono con sonda Nelaton

  • cannule orofaringee di Mayo (misura 0-1-2-3-4)

  • ago da intraossea del 16 G ( bambini > 6 anni) e del 18 G (bambini < 6 anni)
     

I farmaci indispensabili per affrontare l’anafilassi da vaccino sono i seguenti:

• adrenalina   1:1000;
• soluzione  siologica;
• clorfenamina;
• idrocortisone;
• salbutamolo;
• ipratropio bromuro;
• ossigeno.

Alla luce delle sopra indicate argomentazioni, la prassi di effettuare la vaccinazione in classe, con queste modalità, non garantisce sufficiente tutela né al minore né alla di lui famiglia, svilisce l'atto medico come si trattasse di mero atto meccanico, degrada il rapporto medico-paziente a formalità priva di contenuti e di significato ed espone anche la Scuola a gravi responsabilità qualora dovesse verificarsi un evento avverso.


[1]SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), http://www.simit.org/IT/formazione/focus-on/focolai-epidemici-di-meningite-in-italia/prevenzione-sorveglianza-chemioprofilassi-e-vaccini.xhtml:
Il caso indice deve essere prontamente isolato per un periodo di 24 ore successivo all’inizio di un’adeguata terapia antibiotica. Inoltre è di fondamentale importanza l’individuazione dei soggetti esposti e la loro stretta sorveglianza sanitaria. Il tempo massimo previsto equivale a 10 giorni, considerando il massimo periodo d’incubazione della malattia. Qualora, al momento dell’identificazione, fosse già trascorso tale periodo dal contatto, il soggetto esposto non si può considerare a rischio. E’ prevista inoltre la pronta esecuzione di profilassi antibiotica, che risulta efficace, ma va limitata ai contatti stretti del caso che, oltre ai conviventi, includono i soggetti che abbiano dormito o mangiato spesso nella casa del paziente e le persone che nei 7 giorni precedenti l’esordio del quadro abbiano avuto contatti con le secrezioni orali (baci, uso di stoviglie o spazzolino da denti...). La chemioprofilassi è inoltre raccomandata ai sanitari che siano stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie durante le manovre di intervento. Non vi è invece indicazione al trattamento profilattico per i contatti a basso rischio.”