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La deriva della ragione

10 Marzo 2019

Rif. COM_20190310_1

 

COMUNICATO STAMPA LA DERIVA DELLA RAGIONE

 

10 marzo, ddl 770, nuovi disegni di leggi regionali … a quanto pare il senso di stordimento che promana dalla realtà sociale spinge sino alla soglia della esasperazione giuridica, invece di indurre a riflessioni sulla negazione del diritto alla scuola per alcuni (benché sovraordinato e garantito a TUTTI) e sulla forzata rinuncia alla riservatezza.
Si rimane sconvolti altresì dalla logica mediatica, incapace di raccontare le istanze vere e reali del Paese, mentre, senza critica né giudizio, si pubblicano a titoli cubitali slogan preconfezionati, per compiacere un non ben definito potere di controllo, piuttosto che perseguire giustizia ed equilibrio.
Intanto all’orizzonte si delineano scenari dai contorni fumosi e prende forma una politica strisciante verso una deriva inarrestabile dei diritti, sempre più compressi da obblighi al limite di ogni valutazione oggettiva, scientificamente credibile, priva di ragioni.
La controversa (e mai dimostrata) sicurezza ed efficacia delle vaccinazioni dovrebbe costringere il Parlamento a dismettere i panni del freddo e meccanico legislatore, per calarsi in una realtà drammatica, non solo per le dimensioni del fenomeno, ma soprattutto per le sue implicazioni di ordine morale, psicologico, etico e scientifico.
Invece sull’onda emotiva generata dalle storie di bambini in difficoltà, si evocano, senza scrupoli, scenari apocalittici per legittimare esclusioni dalla scuola di piccoli e incolpevoli bambini sani, ancorché non vaccinati.

 

Il tutto avallato da una lapidaria quanto insensata fermezza di buona parte del governo e delle istituzioni scolastiche.
È vero che bisogna tener conto delle esigenze di tutti, ma non ci si può dimenticare dei bambini più deboli e con problemi di salute che non si possono difendere e soprattutto non hanno scelta …”
… ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.

 

Comprensibile la sua preoccupazione, meno condivisibile il presupposto che a rendere sicuro l’ambiente scolastico siano i certificati vaccinali, e non piuttosto il controllo dell’immunità acquisita dei vaccinati, la valutazione del rischio per altre malattie come la mononucleosi o la scarlattina per le quali non esistono vaccini o il fatto che, il più delle volte, le scuole italiane non rispondono a standard igienici sufficienti e i bambini sono lasciati a loro stessi senza alcuna garanzia di pulizia e di controllo.

 

Chi ha divulgato questa follia ha anche la grave responsabilità della percezione falsata che i genitori hanno del pericolo, e della soglia di protezione necessaria per i soggetti ad alto rischio, come i nostri innocenti e preziosi bambini immunodepressi:
Penso che vadano tutelati sempre i più deboli, in questo caso i bambini immunodepressi che non possono essere vaccinati. Credo che la politica debba riflettere su ciò: è vero che dobbiamo tutelare tutti, ma va tutelato innanzitutto chi rischia di più e bisogna mettersi una mano sulla coscienza”

 

… lo ha affermato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi. È persino superfluo commentare come le industrie usino a loro favore questa argomentazione.

 

La politica dovrebbe veramente fare un esame di coscienza di fronte a questa, nemmeno tanto velata, strumentalizzazione. Le diverse alternative, mentre appaiono tra loro incompatibili, sono di fatto tutte giustificate sulla base di valori egualmente riconosciuti come fondamentali e meritevoli di tutela. In questo senso non possiamo non riconoscere al Ministro Salvini il tentativo, seppur inadeguato ed errato nelle citazioni legislative (il termine del 10 marzo riguarda solo i vaccinati che in sostituzione dei certificati originali dei vaccini fatti, abbiano presentato autocertificazione!), di aver apertamente manifestato preoccupazione per una normativa irresponsabile e miope, indegna di una società civile che sostiene di avere a cuore i bambini.

 

Davvero sempre più oscura diventa la dottrina che si vuole far passare: quali argomenti, quali beni, quali valori possono essere chiamati in causa, se il soggetto privato dei diritti è un bambino indicato come “non conforme”? Come possiamo accettare che la sua sfera intima e privata, che esula dalla sfera scolastica, sia "esposta" senza alcuna precauzione ai poteri di ingerenza, analisi, controllo e accertamento da parte delle amministrazioni sanitarie e scolastiche? A chi sta a cuore la sua dignità, la tutela della sua privacy e la protezione della sua salute fisica e mentale? Come si pone la società (che si ritiene civile) all’alba delle esclusioni scolastiche? Come si porrà soprattutto di fronte a quelle famiglie che per aver ponderato e misurato i benefici e i rischi delle vaccinazioni (da quando ponderare rischi e benefici di un atto sanitario è diventata una colpa?) saranno private degli asili per i propri figli, costrette a sacrifici economici pesantissimi, rinunciando al lavoro e pagando in termini di qualità della vita e di pari opportunità?

 

Tutto questo senza mettere in conto l’inestimabile sofferenza dei bambini strappati improvvisamente dalla scuola, proiettati in una incomprensibile quanto assurda separazione spazio-temporale dagli altri compagni che frequenteranno ugualmente al parco, al cinema, in centro...
Una discriminazione vergognosa, inumana, contraria ai principi universalmente riconosciuti, che una legge - espressione di una maggioranza politica pro tempore - non può, e non deve, violare in alcun modo!
Fermo restando il necessario superamento di questa legge, è indispensabile che il Governo, in coerenza con tale manifestato proposito, responsabilmente e tempestivamente, si faccia carico di un atto che ponga fine a tutte le interpretazioni confuse e discriminatorie della norma, perpetrate senza alcun buon senso dalle direzioni scolastiche con scriteriate circolari amministrative.
Un appello ministeriale non basta di certo, è necessario un Atto formale che finalmente, e una volta per tutte, conformi le procedure amministrative alla sola norma vera e vigente, che in alcun modo prevede l’esclusione scolastica dei bambini al 10 marzo 2019, ma unicamente la sostituzione delle sole autocertificazioni.
Le esclusioni scolastiche minacciate da Dirigenti incompetenti o male informati, se dovessero realmente configurarsi dopo il 10 marzo 2019, sarebbero violative non solo della legge ma più in generale dei diritti del fanciullo, dunque palesemente illegittime, gravissime e intollerabili.
Ma in fondo, che siano proprio le amministrazioni a trasgredire la legge e violare diritti, è un paradosso degno di una delle peggiori pagine di storia italiana.
Associazione COMILVA Onlus
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