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16 February 2021
COVID, Dall'Italia, Dal Mondo, Ricerca scientifica
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Perche_Questa_Folle_Corsa_01.pdf
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COVID, Dall'Italia, Dal Mondo, Ricerca scientifica
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31 December 2020
COVID, Dal Mondo, Ricerca scientifica
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26 December 2020
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Dall'Italia, Ricerca scientifica
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Dall'Italia, Ricerca scientifica
11 November 2020
Dall'Italia, Giurisprudenza
COMUNICATO STAMPA COLLEGIO DIFENSIVO TAR LAZIO.pdf
18 October 2020
Giurisprudenza, Comunicato Comilva
Sentenza_TAR_Catanzaro_01462-2020.pdf, COMUNICATO-STAMPA-COLLEGIO-DIFENSIVO.pdf
16 September 2020
Dall'Italia, Scuola e Comunità, Redazionale Comilva
23 July 2020
Dall'Italia, Scuola e Comunità
Comunicato19luglio_Rimini.pdf150.29 KB
Comunicato19luglio_Rimini.pdf
16 July 2020
Comunicato stampa
Agli organi di informazione
Rimini, 16 luglio 2020
Domenica 19 luglio la Manifestazione “Per una scuola di abbracci”
La manifestazione inizierà alle ore 20 in piazza Cavour. Diversi gli interventi in programma
con medici, psicologi, avvocati e insegnanti
“Per una scuola di abbracci”, è questo il titolo della manifestazione promossa da E Pur Si Muove
(Coordinamento per la libertà di scelta) e Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la
libertà di scelta) che si svolgerà domenica 19 luglio a Rimini in piazza Cavour. Un’iniziativa
interamente dedicata a genitori, bambini e ragazzi, alla scuola che ripartirà il prossimo settembre e
per la quale non si comprende bene il perché, quasi ogni giorno, continuino ad apparire sui media
annunci e ipotesi di ogni tipo, spesso al limite del ridicolo e che ancor più di frequente vengono
ritrattate.
L’obiettivo dell’evento di domenica prossima è dunque quello di riflettere su quanto accaduto fino
ad ora con l’emergenza da Covid-19 e sulle ripercussioni che questa ha avuto su bambini, ragazzi e
sulle famiglie, ma soprattutto quello di immaginare la scuola così come la vorrebbero tanti genitori
che nei mesi scorsi hanno vissuto le difficoltà legate alla didattica a distanza (DAD) – surrogato di
una didattica in presenza dalla quale non si può invece prescindere – ma ancor più le numerose
ripercussioni psicologiche che i più piccoli hanno dovuto subire a causa del distanziamento forzato
e della mancata ripresa della scuola. Ad oggi si sa che la scuola ripartirà a settembre, ma in che
modalità e con quali idee alla base ancora no. E per questo motivo le famiglie sono molto
preoccupate. Da qui l’idea di organizzare un momento di confronto pubblico e aperto a tutti, con
esperti di vari settori per capire come poter garantire ai nostri figli un rientro in classe sicuro, ma
allo stesso tempo il più umano possibile.
Il messaggio di fondo che gli organizzatori della manifestazione auspicano è dunque che la scuola
torni ad essere un luogo dove i bambini possano socializzare e condividere esperienze ed emozioni
positive senza paure e diffidenze verso l’altro, senza forzature imposte da mascherine o metri di
distanza. E questo perché il distanziamento sociale non può rappresentare una soluzione fuori e
dentro le comunità scolastiche.
Diversi gli interventi previsti: l’Onorevole Sara Cunial (Deputata della Repubblica Italiana),
l’Avvocato Luca Ventaloro (esperto in diritto sanitario e minorile), la Dottoressa Anna Rita
Iannetti (Medico Chirurgo esperta in Neuroscienze per la Biologia del comportamento), la
Dottoressa Elisabetta Saviotti (Psicologa), Anna Gruppioni (Insegnante e referente nazionale de
La Scuola che Accoglie), Matteo Angelini (Referente Comilva, E Pur Si Muove Rimini e LISERCoordinamento Libera Scelta Emilia Romagna), Noemi Zucchi (Presidente Comitato Libero x
Tutti Forlì e referente LISER-Coordinamento Libera Scelta Emilia Romagna).
Una nuova occasione, dunque, per la città di Rimini e per chiunque fosse interessato a prenderne
parte, per informarsi e confrontarsi sulla scuola, ma anche un’iniziativa di protesta civile verso chi
dispone delle chiavi della nostra Scuola e che fino ad oggi non è risultato all'altezza di questo ruolo,
uno dei più importanti – se non il più importante – di una società civile.
E Pur Si Muove – Rimini e Provincia
Dall'Italia, Scuola e Comunità
RICHIESTA CHIARIMENTI MASCHERINE_REGIONE LOMBARDIA.pdf199.94 KB, lombardia mascherine_APPROFONDIMENTO.pdf199.67 KB
RICHIESTA CHIARIMENTI MASCHERINE_REGIONE LOMBARDIA.pdf, lombardia mascherine_APPROFONDIMENTO.pdf
14 July 2020
Al Presidente della Regione Lombardia
ATTILIO FONTANA
segreteria_presidente@regione.lombardia.it
nonché
All’Assessore al Welfare
GIULIO GALLERA
giulio_gallera@regione.lombardia.it
nonchè
Al Ministro della Sanità
ROBERTO SPERANZA
segreteriaministro@sanita.it
nonché
Alla Giunta della Regione Lombardia
Fabrizio Sala, fabrizio_sala@regione.lombardia.it
Stefano Bruno Galli stefano_bruno_galli@regione.lombardia.it
Fabio Rolfi, fabio_rolfi@regione.lombardia.it
Raffaele Cattaneo raffaele_cattaneo@regione.lombardia.it
Davide Caparini, davide_caparini@regione.lombardia.it
Massimo Sertori, massimo_sertori@regione.lombardia.it
Melania Rizzoli, melania_rizzoli@regione.lombardia.it
Stefano Bolognini, stefano_bolognini@regione.lombardia.it
Riccardo Decorato, riccardo_decorato@regione.lombardia.it
Alessandro Mattinzoli, alessandro_mattinzoli@regione.lombardia.it
Pietro Foroni, pietro_foroni@regione.lombardia.it
Lara Magioni, lara_magoni@regione.lombardia.it
OGGETTO: OBBLIGO MASCHERINE POPOLAZIONE COMUNE
Illustrissimi,
In Regione Lombardia, il 29 giugno, il presidente Attilio Fontana ha firmato
l’Ordinanza n. 573, che integra le misure approvate dal DPCM dell’11 giugno 2020, e
proroga nuovamente, fino al 14 luglio 2020, l’obbligo ogniqualvolta ci si rechi fuori
dall’abitazione, di adottare “la mascherina o, in subordine, qualunque altro
indumento a copertura di naso e bocca”. Tale ennesima estensione a quanto pare
avvalorerebbe quanto riportato su alcuni quotidiani, circa l’intenzione del Governatore
Fontana di prolungare nel tempo tali misure in Lombardia, e presumibilmente fino a
quando non vi sarà un vaccino anti covid19.
Ci preme innanzitutto evidenziare che la tutela del fondamentale diritto alla salute
dei singoli cittadini si concretizza nel dovere, che il sistema sanitario ha, di garantire
controlli, cure e interventi efficaci; e ogni eventuale imposizione, obbligo o limitazione
di natura politica, a tutela dell’ interesse collettivo, non può in alcun modo trascurare il
corretto bilanciamento tra rischi e benefici per la salute di ogni singolo individuo.
In tal senso, manifestiamo la nostra totale insoddisfazione per come l’imposizione
e la raccomandazione dell’uso di protezioni per il viso in comunità sia stata attuata fino
ad ora, ed evidenziamo fin da subito che è nostro interesse ricevere in merito a tale
indicazione ogni informazione sui benefici delle mascherine, oltre che le più ampie
rassicurazioni che l’uso continuo e indiscriminato di tali presidi non comporterà alcun
rischio per la salute della popolazione. Essendo stato imposto l’uso obbligatorio della
mascherina in comunità anche all’aperto per tutti (eccetto per i minori di sei anni,
disabili e loro accompagnatori); e considerato come la comunità scientifica e medica in
merito all’impiego della mascherina d’uso comune sia oltremodo discorde e tutt’altro
che univoca, sia sui benefici per la collettività, che sui rischi per i singoli, riteniamo
opportuno riportare evidenze non trascurabili, e rivolgere alcune domande indifferibili e
urgenti.
Vi sono opinioni divergenti sul fatto che indossare mascherine al di fuori delle
strutture sanitarie protegga dall'infezione. Selezionare, innanzitutto, il tipo appropriato
di dispositivo di protezione è della massima importanza per valutarne l’efficacia: ferme
restando le caratteristiche specifiche delle mascherine chirurgiche (utilizzate per
proteggere contro la trasmissione di goccioline di infezioni respiratorie) e dei
respiratori N95 (utilizzati per agenti patogeni presenti nell'aria molto più piccoli),
tuttavia, questi vantaggi non sembrano tradursi in una riduzione del rischio di infezione
in contesti del mondo reale.
Le mascherine chirurgiche non sono progettate o
certificate per proteggere dagli agenti infettivi presenti nell'aria, ma anche i
respiratori con filtro facciale N95, del resto, potrebbero non raggiungere il livello di
protezione atteso da batteri e virus presenti nell'aria. Inoltre, diversi studi mettono in
guardia circa l'uso di maschere in tessuto, per le quali non esiste alcuna prova di
protezione, anzi potrebbero facilitare la trasmissione di agenti patogeni se utilizzate
ripetutamente senza un'adeguata sterilizzazione .
Tutto ciò premesso, a maggior ragione si pone il problema dell’efficacia dell’uso
di maschere nella popolazione comune, alla luce di ciò che sappiamo di Sars-CoV-2. Vi
è consenso sul fatto che SARS-CoV-2 si diffonde principalmente attraverso grandi
goccioline e contatti ravvicinati, ma il tempo di evaporazione di una gocciolina è un
parametro critico. Il Coronavirus può restare sulle superfici dai 3 secondi ai 2
minuti, finché le goccioline di saliva – o droplet – che lo contengono non evaporano.
Una volta che la gocciolina è evaporata, e il virus è trasportato dall'aria, le sue
possibilità di sopravvivenza diminuiscono. Sulla base delle prove disponibili, non si
ritiene che la diffusione nell'aria sia una delle principali vie di trasmissione.
L'aumento della temperatura e la luce del sole causano la distruzione di SARSCOV-2 e la sua stabilità sulle superfici. Questa presenza del virus sulle superfici,
comunque, non riflette necessariamente la possibilità di raccogliere il virus da un
contatto casuale. Si ipotizza che indossare una maschera medica sia una delle misure di
prevenzione che potrebbero limitare la diffusione di COVID-19, tuttavia, un livello
rilevabile di virus infettivo potrebbe essere ancora presente sullo strato esterno di
una mascherina chirurgica fino a 7 giorni dopo la contaminazione, mentre nello
strato interno delle mascherine chirurgiche fino a 4 giorni dopo. Inoltre, l'uso di
mascherine non standard può anche aggravare l'incidenza del SARS-CoV-2.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un documento pubblicato il 6 aprile
2020 dichiara che “...attualmente non ci sono prove che indossare una maschera
(medica o di altro tipo) da parte di persone sane in un contesto di comunità più ampio,
incluso l’uso universale della mascherina in comunità, possa impedire loro di contrarre
virus respiratori, incluso COVID-19". Tuttavia, il DPCM 11 giugno 2020 ribadisce l