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Lettera aperta sul Decreto Legge Lorenzin

03 Giugno 2017

Sento la necessità di riportare pubblicamente qualche riflessione in merito al D.L. Lorenzin per l’obbligo vaccinale: l’importanza di ricerche scientifiche indipendenti, portate avanti da specialisti immuni da conflitti d’interesse o minacce, dovrebbero essere l’unica vera via d’uscita per ripristinare la fiducia e fare luce sulle controversie che continuano ad alimentare dubbi d’ogni sorta, anche nello stesso ambito medico scientifico.

La censura mediatica, fino addirittura la radiazione (senza nemmeno i presupposti ritenuti gravi per tali procedimenti) non fanno che alimentare una progressiva diffidenza e disaffezione nei confronti delle Istituzioni e del giornalismo. Riaprire il dialogo ed il confronto fra le parti è prerogativa indispensabile al progresso; la storia ha spesso dimostrato quanto sia importante e doveroso assumersi la responsabilità di andare controcorrente al fine di riconsiderare concetti precostituiti che si sono poi rivelati fallaci o non completamente attendibili.

In attesa di queste imprescindibili condizioni, la strada che sottopone obbligatoriamente un’intera popolazione sana ad un trattamento farmacologico così massiccio e indiscriminato, esponendola a vari ed eventuali effetti avversi (più o meno gravi), non è percorribile. In oltre mi domando se l’immunità di gregge sia davvero l’unico strumento di prevenzione in difesa della collettività, o se non ci siano altre vere emergenze in atto che avrebbero bisogno forse di maggiori attenzioni e risorse anche rispetto ai vaccini stessi. La percentuale di malati di tumore, leucemia, diabete, malattie autoimmuni, allergie ed altre innumerevoli patologie gravemente invalidanti, anche in età pediatrica, si sta alzando esponenzialmente, mietendo molte più vittime di virus e batteri; presupponendo che, nella realtà in cui viviamo oggi, nel mondo industrializzato, la vera emergenza ed i principali nemici dell’uomo siano altri.

Rivedere quelle che dovrebbero essere le priorità, convergendo gli sforzi comuni verso l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del cibo (che sono i protagonisti principali di tale sterminio), permetterebbe di avere ,di conseguenza, meno malati ed un sistema immunitario più sano ed efficiente. I vaccini sono, senza alcun dubbio, un’utilissima arma di prevenzione a fronte di un reale rischio epidemiologico, se rigorosamente testati, monovalenti e limitati al caso specifico. Ho letto e sentito innumerevoli volte il motto che recita: ”Se non sei un medico non hai diritto di parola” nonostante i medici stessi, che semplicemente si pongono in modo critico riguardo ad alcuni aspetti della vaccinazione indiscriminata di massa, vengano radiati dall’ordine. Per contro, il nostro Ministero della Salute, si è sentito in dovere di presentare un D.L. per l’obbligo di 12 vaccini senza alcuna emergenza sanitaria e senza prendersi la responsabilità di firmare il consenso informato al posto dei genitori, mancando di conseguenza i presupposti base di un Decreto Legge.

D’altra parte, si potrebbe asserire che il nostro governo, per tali e gravose decisioni, si avvalga di professionisti qualificati in qualità di consiglieri: gli stessi professionisti che, di fronte ad una situazione tanto delicata e mai verificatasi prima d’ora, si limitano a commentare la radiazione dei propri colleghi con un tagliente, feroce e sarcastico “Fuori due”. Umanità, empatia, rispetto e tolleranza dovrebbero essere presupposti base, soprattutto per chi sceglie la professione di medico. Quindi non posso che dubitare dei principi morali che muovono tali individui, oltre a ritenere siano un pessimo esempio di educazione civica, aggravato dall’influente impatto che possono generare attraverso lo sfruttamento del potere mediatico.

In seguito al D.L. Lorenzin, l’aspetto sanitario è stato affiancato da una questione politica e morale che concede ad ogni libero cittadino il diritto ed il dovere di esprimersi apertamente qualunque sia la rispettiva professione. Vorrei, in tal senso, cercare di sensibilizzare coloro che si ritengono al di fuori dello specifico contesto e che potrebbero sottovalutarne la portata nell’attuale sviluppo sociopolitico. Qui non si tratta più solo di responsabilità genitoriale, tantomeno “pro vax” o “no vax” (termini coniati appositamente per dividerci gli uni dagli altri, confonderci, distogliendoci dal vero obiettivo), questo D.L., ledendo la nostra Costituzione, oltre la Carta dei Diritti Umani, qualora venisse convertito in legge potrebbe dar luogo ad un precedente in grado di estendere il pensiero unico ed una politica dittatoriale a qualunque altro ambito che ci riguardi in qualità di individui. Un governo si ritiene legittimato a perpetrare tali procedimenti quando gli stessi cittadini lo legittimano adottando un atteggiamento passivo. Vogliamo davvero creare una divisione così profonda, che emargina, ghettizza o che obbligherebbe all’espatrio intere famiglie?

Qualunque sia il punto di vista di ognuno di noi in merito e qualunque sarà il futuro che ci saremo scelti, esiste alla base una distinzione: storicamente ci si obbliga a tollerare un’ingiustizia quando non si hanno mezzi a disposizione per difendersi, in questo caso invece, si potrebbe arrivare a subirla solo per accondiscendenza o, peggio ancora, a causa di una mancanza di senso comune di appartenenza. A quest’ultima categoria vorrei riportare una citazione a me molto cara: “Anche se allora vi siete assolti, siete lo stesso coinvolti” Infine mi dichiaro profondamente contraria al D.L. Lorenzin, ritenendo doveroso assumermi questa responsabilità civile non solo in qualità di madre ma anche di libero cittadino.

Luvi De Andrè

CC

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