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LA GESTIONE DEL COLLOQUIO

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PREMESSA

Oggi più che mai l’idea che la vaccinazione sia un ATTO DOVUTO è diffusa presso medici, pediatri e tutti gli apparati preposti a gestire i rapporti con singoli e famiglie dei minori (Aziende Sanitarie in primis, ma non solo). Infatti, dall'approvazione della legge 119/2017 l'impressione è di essere entrati a far parte di un sistema di gestione che mette in atto una procedura di tipo sanzionatorio piuttosto che una adeguata raccolta del consenso informato. 

Una delle vittime illustri di questo sistema è, infatti,  l’INFORMAZIONE: sembra che ogni approfondimento sulla tollerabilità del trattamento di profilassi del vaccinando possa esaurirsi nella consultazione di alcuni siti internet e, in molti casi, in un solo colloquio di approfondimento con la famiglia e che immediatamente dopo o la famiglia procede col piano prescritto o l’Azienda sanitaria avvia la contestazione dell'inadempimento vaccinale. 

L’informazione viene ora relegata a mera formalità, ovvero ad un atto di COMUNICAZIONE UNILATERALE, GENERICA E BLINDATA. Di fatto siamo di fronte ad una SIMULAZIONE dell’atto informativo, che non consente alcuna messa in discussione del paradigma vaccinale per il caso singolo né una valutazione del rischio a livello personale, concependo l’atto vaccinale come un atto universale, utile, sicuro ed efficace per chiunque a prescindere.

Ecco, quindi, che i margini per un confronto aperto e trasparente con istituzioni e membri dell’establishment sanitario durante un COLLOQUIO che abbia per tema le vaccinazioni diventano pressoché nulli.

In base al testo del DL 73/2017 convertito in legge 119/2017 il COLLOQUIO potrebbe essere proposto dall’azienda sanitaria in ossequio a quanto previsto dall’art. 1, comma 4 della L. n.119/2017, nonché dal punto 4 della Circolare Attuativa Ministero della Salute del 16/08/2017.

Il colloquio dovrebbe essere, quindi, un momento informativo IMPORTANTE che andrebbe valorizzato in ogni suo aspetto. E così dovrà essere, comunque, anche se fosse un’esperienza NON POSITIVA, per quanto detto poc’anzi. Infatti, una eventuale chiusura della comunicazione o un atteggiamento poco rispettoso verso la persona o la famiglia del minore interessato, concorrono sempre a creare elementi importanti nel percorso dell’obiezione, elementi di prova di cui terremo buona nota e che useremo a tempo debito.

Per inciso, l’azienda Sanitaria potrà decidere di convocarci a colloquio anche dopo aver ricevuta le nostre lettere (indifferentemente da quale lettera e per quali contenuti) o telefonerà per chiedere chiarimenti.

In questi colloqui è possibile che l’Azienda sanitaria abbia un atteggiamento frontale molto aggressivo, sia paventando possibili conseguenze delle malattie infettive (il caso del tetano ad es. è uno degli argomenti più gettonati …) che per le ripercussioni sulla frequenza delle comunità infantili (in caso di minori in età prescolare, una realtà con cui fare i conti) ma spingendosi anche oltre, parlando della scuola in generale. Ancora, con velate minacce riguardo all’affievolimento della responsabilità genitoriale (sempre per i minori): tutti questi argomenti, che ritroviamo nel decreto vaccini e, in parte, nella legge di conversione potranno essere utilizzati maggiormente nel momento in cui i nostri interlocutori percepiranno la nostra fermezza nel mantenere una posizione attendista rispetto all’adesione alla proposta vaccinale.

Rispondiamo sempre a tono nel merito e ribadiamo con fermezza e pacatezza il principio fondamentale della sicurezza e della corretta e completa valutazione del rischio (rapporto costo/beneficio della vaccinazione), che dovrebbe essere anche il principio guida dei nostri interlocutori: “primum non nocere”.

CONSIGLI UTILI

È importante prepararsi ad affrontare questo evento al meglio, chiunque sia l’interlocutore (medico, pediatra, Azienda Sanitaria ...). Nel nostro percorso di obiezione i colloqui possono essere diversi e in diversi contesti, formali e informali. Certamente quello più formale riguarderà l’Azienda Sanitaria di riferimento: questo colloquio sarà condizionato nei tempi e nei modi dalle procedure definite dalle varie aziende, in conformità alle disposizioni delle direzioni sanitarie regionali.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una “compressione” degli spazi dedicati a questi colloqui; quindi, sarà ancora più importante prepararsi bene per utilizzare al meglio i tempi a disposizione.

Vediamo insieme qualche consiglio e gli argomenti principali da affrontare in preparazione di un colloquio: questi possono anche essere parte integrante di un documento scritto che potremo depositare presso gli uffici competenti o consegnare ai nostri interlocutori, sempre con un riscontro formale.

Consigli e Letture per Prepararvi

Se non siete dei medici e non avete quindi titolo (come si suole dire) per parlare di argomenti tecnici a voi non familiari è del tutto inutile avventurarsi in disquisizioni specialistiche. Avete però la possibilità di argomentare sulla base delle conoscenze acquisite o che dovrete per forza acquisire “studiando” la materia per quello che si rende necessario e che è certamente alla vostra portata.

Non pensate nemmeno lontanamente di gestire un colloquio senza un minimo di consapevolezza della materia: questo non sarebbe né serio né responsabile!

Come acquisire contenuti utili alla propria “formazione”? Le possibilità sono molte. Certamente leggere testi ben fatti come quelli storici del dott. Gava e del dott. Serravalle aiuta moltissimo. Questa è una base da cui nessuno dovrebbe prescindere se parte da zero.

Certamente per i più virtuosi poi ci sono molti altri canali di informazione, dai testi in lingua inglese, agli articoli pubblicati sul nostro sito come su altri siti nazionali ed internazionali, per non parlare di lavori pregevoli come “Il Ragionevole Dubbio”, “Man Made Epidemic”.

Certamente nel corso degli ultimi due-tre anni sono uscite molte pubblicazioni interessanti: ve ne elenchiamo alcune per facilitarvi il compito.

  1. SCIENZA E VACCINAZIONI: ASPETTI CRITICI E PROBLEMI APERTI, di Paolo Bellavite, già Professore Associato di Patologia Generale, Università degli Studi di Verona; Prima Edizione 2.05.2017; www.siomi.it/wp-content/uploads/senza-categoria/2017/05/bellavite-vaccini-2017.pdf
  2. Audizione COMILVA Onlus, Senato, 20.06.2017; Disegno di Legge N. 2856 Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale; www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/005/219/COMILVA_1.pdf
  3. Audizione Associazione Di Volontariato Gruppo Diritti Umani MDU-Art.32, Senato, 20.06.2017; Disegno di Legge N. 2856 Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale; https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/005/318/MILANI.pdf

Ampia documentazione è poi disponibile nelle pagine del sito dedicate alla redazione dei documenti di obiezione: pagine riservate ai soci.

Ad ogni buon conto è importante che ciascuno affronti il colloquio nel RISPETTO DEL PROPRIO STATO EMOTIVO e del proprio CARATTERE. Pertanto, chi non si senta di “MISURARSI” su tematiche scientifiche potrà incentrare la conversazione su una puntuale, tranquilla ma ferma richiesta di garanzie, mantenendo un atteggiamento pacato di ascolto del nostro interlocutore e ponendo anche domande semplici che prepareremo per tempo, per poter decidere poi con la massima consapevolezza possibile, anche sulla base delle risposte che riceveremo.

Talvolta ci potrà essere sottoposto un verbale di colloquio da parte dell’Azienda Sanitaria: prendetevi tutto il tempo necessario per leggerlo e per verificare che il contenuto sia aderente e fedele a quanto trattato nello stesso. Potrete chiedere di allegare a questo verbale eventuali documenti che vorrete depositare (vostre memorie, altro). La vostra firma sul verbale attesterà la vostra approvazione del contenuto: se non sarete d’accordo chiederete di correggerlo per poterlo sottoscrivere. Se le vostre richieste non saranno accolte depositerete voi un vostro verbale.

LA COSA PIÙ IMPORTANTE È LA NOSTRA CONSAPEVOLEZZA, COSÌ COME LA CONVINZIONE DI FARE LA COSA GIUSTA. IL RAPPORTO È PERSONALE CON I NOSTRI INTERLOCUTORI. COMILVA COSÌ COME ALTRE ASSOCIAZIONI O GRUPPI ORGANIZZATI SONO UNA FONTE DI INFORMAZIONE E DI SOSTEGNO, MA LA DECISIONE DI ATTUARE L’OBIEZIONE È SEMPRE E SOLTANTO NOSTRA.

Sul Nostro Caso

L’anamnesi familiare è la prima cosa da considerare e va riferita e contestualizzata, ad es. all’età del bambino. Se si tratta di una prima convocazione del calendario vaccinale (2-3 mesi di età del bimbo), non sarà possibile sapere se sono presenti intolleranze o allergie a componenti del vaccino e/o deficit che rendano inefficienti i sistemi endoteliali di smaltimento delle tossine o prevedere una insufficienza renale (ad esempio). Ecco, quindi, che l’anamnesi familiare aiuta a mettere in luce potenziali problemi, verso i quali possiamo ritenere di manifestare cautela.

Ci sono casi di patologie del sistema immunitario o deficit genetici ed enzimatici tra i familiari? Se sì e sono note, facciamolo sempre presente.

Descriviamo una situazione generale del bambino, con particolare riguardo al suo stato di salute, situazioni problematiche eventuali anche in fase prenatale – indicando eventuali problematiche della madre in gravidanza e durante il parto – l’eventuale nascita pretermine e il punteggio APGAR.

Se non si tratta di un neonato ma di un bambino che ha già alcuni mesi e gode di buona salute, descriviamo lo stato di salute psico-fisica, il raggiungimento delle tappe evolutive nella sua crescita, lo sviluppo dell’autonomia e del linguaggio, il suo livello di socializzazione.

Se il bambino è ancora più grande, possiamo trattare con più elementi il suo buono stato di salute e la sua buona risposta immunitaria naturale, riscontrabile ad esempio in un elevato livello di frequenza scolastica. Indichiamo anche se siano già state contratte malattie per le quali il calendario vaccinale preveda la vaccinazione.

Indichiamo chiaramente qualsiasi patologia del bambino, tenendo presente che qualunque patologia in atto non ancora diagnosticata deve consigliare la sospensione delle vaccinazioni in attesa di accertamenti.

Se abbiamo già iniziato l’iter vaccinale e abbiamo avuto un riscontro diretto di una possibile reazione avversa, questa circostanza deve essere evidenziata, eventualmente allegando il riscontro clinico che lo certifica (referto medico o ricovero ospedaliero o accesso al pronto soccorso).

Se si tratta di bambini più grandi, per i quali ci sono stati già in precedenza incontri/colloqui con pediatri e aziende sanitarie nel merito, abbiamo cura di riportare sempre il trascorso in modo ordinato, con tutti gli esiti del caso, nella maniera più circostanziata possibile: questo è molto importante negli appuntamenti per i richiami vaccinali.

In definitiva, l’impostazione della comunicazione è prevalentemente soggettiva e va circostanziata in termini temporali e cronologici: le valutazioni sulla criticità della proposta vaccinale vanno quindi modulate di conseguenza.

Approfondimento: Le Garanzie sul trattamento sanitario proposto

Sui Vaccini Proposti

Ci possono essere diversi elementi su cui impostare la criticità della proposta vaccinale:

  • il fatto che il vaccino possa essere soggetto a monitoraggio addizionale (triangolo nero rovesciato nella scheda tecnica);
  • che il vaccino venga proposto al di fuori del periodo (età del soggetto, bambino) previsto per il suo utilizzo (farmaco/vaccino off label),
  • il potenziale tossico di alcuni componenti il vaccino, certificato da studi che citeremo, con il rischio di provocare una reazione avversa. Di fatto non esistono farmaci privi di rischi, in modo particolare quando vengono proposti per una profilassi generalizzata (come i vaccini).

L’Immunizzazione Naturale

Un caso particolare è costituito dall’accertamento dell’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, come previsto nell’art. 1, comma 2 della L. 119/2017 nonché nei punti 3 e 6 della Circolare Attuativa Ministero della Salute del 16/08/2017.

Potrebbe essere opportuno, soprattutto nelle circostanze dei richiami vaccinali, procedere alla misura del titolo anticorpale per uno o più antigeni vaccinali prima della vaccinazione/ri-vaccinazione. Questi esami dovrebbero essere a carico del sistema sanitario e avvenire in regime di esenzione. Purtroppo, questo non accade quasi mai e spesso si deve pagare di tasca propria per effettuarli.

Nel caso in cui prendeste in considerazione di effettuare le titolazioni anticorpali non dimenticatevi di aderire al Progetto Studio Anticorpali

La Registrazione del Colloquio

Fra le varie opzioni possibili c’è quella di registrare il colloquio, con lo smartphone o con un altro apparecchio, per poi successivamente verbalizzarlo e utilizzarlo come elemento di prova in ogni sede opportuna (informando l’interlocutore per correttezza, seppur non informandolo non commetteremo alcun illecito, trattandosi di registrazione di conversazione della quale siamo parte attiva e pertanto non inquadrabile come intercettazione). Quello che segue è un testo tratto da una sentenza che tratta la materia (Cass. Civ., Sez. Lav., 29.12.2014, n. 27424):

“La registrazione fonografica di un colloquio tra persone presenti rientra nel genus delle riproduzioni meccaniche di cui all’art. 2712 c.c., quindi di prove ammissibili nel processo civile, così come lo sono in quello penale, atteso che – alla luce della giurisprudenza delle Sezioni penali di questa S.C. – la registrazione fonografica di un colloquio, svoltosi tra presenti o mediante strumenti di trasmissione, ad opera di un soggetto che ne sia partecipe, è prova documentale utilizzabile quantunque effettuata dietro suggerimento o su incarico della polizia giudiziaria, trattandosi, in ogni caso, di registrazione operata da persona protagonista della conversazione, estranea agli apparati investigativi e legittimata a rendere testimonianza nel processo. Dunque, se la registrazione della conversazione de qua costituiva potenziale prova spendibile nel corso d’un processo civile, in nessun caso la sua effettuazione poteva integrare condotta illecita, neppure da un punto di vista disciplinare”.

Nessuno può impedirci la registrazione e l’eventuale negazione del colloquio conseguente al tentativo di registrare, sarà messa agli atti del nostro fascicolo di obiezione.

L’Accompagnamento al Colloquio

È possibile presentarci al colloquio accompagnati da una persona di fiducia: anche questa opzione viene ultimamente messa in discussione da funzionari preposti delle aziende sanitarie e ciò costituisce una ulteriore compressione dei nostri diritti.

Si può disquisire se sia preferibile o meno che il nostro accompagnatore sia una persona non parente né a noi legata da rapporti di lavoro, in modo tale che si possano produrre testimonianza di persona imparziale. Tuttavia, la testimonianza di una persona a noi prossima, ivi compreso il coniuge, è ammessa a partire dalla Legge 479/99 (Riforma del C.P.P.), ribadita dalla Suprema Corte di Cassazione – sezione terza civile – con sentenza n. 25358 del 17 dicembre 2015.

Precisiamo che se il medico sollevasse questioni circa la presenza di un terzo ad un colloquio riservato su dati sensibili sanitari di un minore, sarà nostra facoltà autorizzare la presenza di questa terza persona.