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NON LUOGO A PROVVEDERE DA PARTE DEL GIUDICE DEL TRIBUNALE DEI MINORI DI BARI PER UNA COPPIA DI OBIETTORI

11 September 2011

Ottime le notizia dalla Puglia, dove i nostri amici hanno ottenuto un significativo risultato dopo un confronto serrato ma aperto con il locale Tribunale dei Minorenni di Bari. Trovate di seguito il decreto di non luogo a provvedere del Giudice verso una coppia di genitori che ha inteso esercitare il proprio diritto all’obiezione di coscienza verso le vaccinazioni pediatriche oggetto delle correnti leggi dell’obbligo (polio, difterite, tetano ed epatite B). Le motivazioni del decreto sono tra le più corrette e dignitose che possiamo auspicare per ogni vertenza del genere, ovvero il riconoscimento della legittimità della scelta dei genitori (dettata da convinzioni maturate dopo essersi documentati ed aver approfondito la materia) e l’accertamento che non sussistano altri pregiudizi di sorta al normale percorso di crescita e sviluppo che devono essere garantiti ad ogni bambino. Ad alcuni queste cose possono sembrare scontate se non ovvie, ma noi che siamo stati abituati a seguire migliaia di casi come questo possiamo dire che non è così: per arrivare a risultati come questo occorre certamente una combinazione di fattori concomitanti. In mancanza anche di uno di questi, nelle stesse condizioni avremo potuto ottenere risultati molto diversi. Mi soffermo un momento su questo aspetto:

  1. Il primo fattore importante è certamente l’atteggiamento dei genitori, i quali lungi dal farsi intimorire o sopraffare dalla procedura di segnalazione al Tribunale dei Minori avviata dalla ASL di competenza, affrontano a viso aperto il confronto, documentandosi, approfondendo l’argomento e cercando il sostegno e la solidarietà nelle associazioni locali e nel coordinamento nazionale del COMILVA. Molto spesso ci troviamo a combattere contro il pregiudizio e l’ignoranza diffusa su questi argomenti: pregiudizio ed ignoranza che derivano dal paradigma vaccinale, da stereotipi che dipingono gli obiettori come dei fanatici settari, degli sconsiderati ignoranti che rifiutano il progresso scientifico. È bene invece che sia manifesto il fatto che questi genitori sono persone degne della massima fiducia, preparate e consapevoli, desiderose di offrire ai loro figli le migliori condizioni psicofisiche per il loro sviluppo e per la loro vita futura da adulti. Il fatto che questo concetto sia certificato da un decreto del Tribunale dei Minori è francamente un successo per tutto il movimento e va accolto con grande entusiasmo. Questi genitori, peraltro, sono consapevoli del loro ruolo a tal punto da mettersi in discussione di fronte all’autorità giudiziaria, quindi con la massima visibilità ed esposizione, pur di far valere le loro convinzioni, una condizione esattamente opposta rispetto a quella che li vorrebbe dipinti come sfuggenti e nascosti nell’ombra, pronti ad approfittare della cosiddetta copertura vaccinale garantita anche per i loro figli da chi si vaccina senza discutere! Cari detrattori, qui non si nasconde proprio nessuno: questi uomini e queste donne vi vengono incontro a viso aperto, dimostrando nella loro vita di tutti i giorni la fondatezza delle loro ragioni e il fallimento del paradigma vaccinale. Dobbiamo forse temere la verità?
  2. Il secondo fattore chiave è l’esistenza di un gruppo di genitori associato locale: l’esserci fisicamente, disponibili per un sostegno diretto, una telefonata, una chiacchierata insieme, anche con momenti di convivialità aiuta tantissimo a recuperare e ad aumentare quella fiducia in se stessi che altrimenti risulta un ulteriore scoglio da superare, un ulteriore sforzo nel percorso di consapevolezza dei propri diritti e della propria dignità, valori messi in discussione talvolta dall’arroganza e dalla prepotenza del personale addetto ai servizi sanitari, dei presidi scolastici o delle pubbliche autorità in genere. In gruppo ci si sostiene reciprocamente. Il gruppo è già da solo un nucleo sociale e in quanto tale produce un movimento di opinione e via di questo passo. Un gruppo riceve un ascolto diverso rispetto al singolo, è un centro di aggregazione naturale che è naturalmente destinato a crescere. Certamente va coltivato il terreno circostante, va nutrito con l’impegno dei singoli, con l’armonia e l’unità di intenti. Anche noi ci sentiamo parte di questi gruppi, anch’io mi sento parte di voi. Sono stato vicino a Lucia nelle nostre lunghe telefonate, nella corrispondenza con molti di voi e con lei stessa. È veramente una gioia pura, una condivisione di sensazioni positive per il fluire attraverso di noi di doni ricevuti e ricambiati senza alcun interesse particolare e personale. Quindi un grazie sincero e complimenti al COMILVA Puglia, ma anche un appello: se chi ci legge fosse a conoscenza di esperienze simili a questa che abbiano portato o meno ad esiti come questo ci contattino, contattino il COMILVA Puglia e facciano in modo che queste loro esperienze possano essere condivise.
  3. Il terzo fattore è quello ambientale: nonostante tutto il nostro impegno a volta sbattiamo il naso contro dei muri di gomma (… se tutto va bene), peggio talvolta contro dei muri di pietra, e ci facciamo anche piuttosto male. Un Giudice che ha il coraggio di emettere un decreto come questo dimostra senza dubbio una libertà ed una onestà intellettuale degna di questo nome. Nessun pregiudizio, nessuna presunzione basata sul “sentito dire”, nessun condizionamento culturale né materiale. Una semplice presa d’atto della realtà dei fatti è sufficiente per poter emettere un giudizio del genere, ma a volte questo sembra essere impossibile. Da anni stiamo combattendo in altre zone d’Italia (la cui unità è ben lungi dall’essersi realizzata, ahimè dopo questi primi 150 anni …) sullo stesso piano, nei tribunali, nelle sedi istituzionali, in ogni ambito politico e sociale utile per far comprendere che stiamo discutendo di diritti fondamentali dell’individuo, non di questioni tecniche o, peggio ancora, di legittimità scientifica. La questione dell’obiezione di coscienza alle vaccinazioni ed in genere della libertà di cura non è una questione che si può affrontare semplicemente su un piano accademico o scientifico perché non esiste, di fatto, una prevalenza scientifica di una posizione rispetto ad un'altra quanto piuttosto una scelta o un orientamento strategico delle multinazionali del farmaco (nella migliore delle ipotesi) che condiziona l’intero panorama culturale (e quindi pseudo-scientifico) sull’argomento. Ebbene da anni in queste zone stiamo raccogliendo sistematici insuccessi e delusioni, nonostante l’impegno severo di persone altrettanto motivate e preparate come gli amici della Puglia. Ovviamente tutto ciò non ci deve far desistere, anzi ci deve motivare e stimolare per trovare nuove strategie di successo.

Oggi, quindi, il panorama nazionale delle variegate possibilità che gli obiettori hanno di fronte a loro per esercitare più o meno facilmente il loro diritto di scelta ci da la possibilità di orientare e modulare le nostre azioni in un modo che posso definire sostanzialmente efficace. Certamente non è sempre facile, ma sicuramente è fattibile e ne vale sicuramente la pena, se non altro per un ritorno di crescita personale e di esperienza di vita. Da queste battaglie ne usciamo sempre migliori di prima, perché più consapevoli di aver fatto non solo la scelta giusta ma anche di aver superato una prova difficile come vincere una delle nostre tante paure. Ed è proprio questo il messaggio che vi lascio alla fine di queste mie considerazioni: non abbiate paura di quello che vi accade, ma credete fermamente nelle vostre possibilità di affrontarlo.  

Allegato: Decreto del Tribunale dei MInori di Bari, Cron. 4973 del 29.12.2010

CC

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