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Risultati IV Commissione d’inchiesta parlamentare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare

Risultati IV Commissione d’inchiesta parlamentare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare


CORRELAZIONE TRA VACCINI E GRAVI PATOLOGIE E DECESSI DEI MILITARI ITALIANI

Il 7 febbraio 2018 è stata presentata in conferenza stampa da Palazzo Montecitorio la Relazione finale della IV Commissione d’inchiesta parlamentare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare.

La relazione finale, consegnata anche al Parlamento Europeo, afferma che la pratica vaccinale può comportare rischi di immunosoppressione, iperimmunizzazione, autoimmunità e ipersensibilità.


È quasi da un ventennio che lo Stato italiano tenta di dare risposta a migliaia di casi di gravi malattie e decessi fra i militari al servizio dello Stato, indagandone le cause e prendendo in considerazione l’esposizione a molteplici fattori di rischio. La prima Commissione Parlamentare, cosiddetta Commissione Mandelli, fu infatti istituita il 22 dicembre del 2000.

Secondo la IV Commissione d’inchiesta non vi sono dubbi: tra i fattori patogeni che hanno scatenato questa allarmante situazione spicca anche la profilassi vaccinale. La Commissione nell’ambito della sua attività di indagine ha preso in esame i casi in cui si erano manifestate reazioni avverse in seguito alle vaccinazioni con l’insorgere di patologie autoimmuni e neoplastiche sopravvenute in una parte di popolazione militare non sottoposta a fattori di rischio diversi da quelli vaccinali.

La Commissione, in particolare, ha focalizzato l’attenzione sulla metodologia di somministrazione dei vaccini ai militari e ha analizzato i componenti degli stessi al fine di identificare eventuali criticità da segnalare alla comunità scientifica e agli enti di ricerca.

METODOLOGIA DI SOMMINISTRAZIONE DEI VACCINI AI MILITARI
La relazione finale conferma quanto già evidenziato in quella intermedia rilasciata lo scorso luglio, ovvero gli esiti del Progetto SIGNUM e le conclusioni del Prof. Nobile sugli studi condotti sulla Brigata Folgore: una vaccinazione che comporti una somministrazione contemporanea di un numero maggiore di 5 vaccini può condurre a uno stress ossidativo del DNA e provocare gravi conseguenze alla salute del militare.

La Commissione Parlamentare, anche nella sua relazione finale, raccomanda la somministrazione di vaccini monovalenti e monodose e non più di 5 vaccini inoculati in un’unica soluzione, in conformità al principio di precauzione e sottolinea la necessità di:

  • accurati esami pre-vaccinali*,
  • una valutazione dei rischi personalizzata,
  • un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato.


    COMPONENTI DEI VACCINI
    La Commissione

    «(…) ha preso atto dell’assenza di qualunque studio scientifico in letteratura volto a valutare la tollerabilità della quantità complessiva dei componenti dei vaccini con riferimento ad adiuvanti, conservanti, antigeni e allergeni, eccipienti e contaminanti, anche in relazione alle conseguenze in termini di ipersensibilità e di reazioni avverse già dichiarate dalle industrie produttrici per singolo vaccino».

    Allo scopo di analizzare qualitativamente e quantitativamente tutti gli elementi che compongono i vaccini (adiuvanti, eccipienti e contaminanti) la Commissione ha richiesto all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) i documenti delle case farmaceutiche riguardanti la composizione dettagliata di tutti gli ingredienti dei vaccini utilizzati dalle Forze Armate, compresi gli elementi sottosoglia, i dossier tecnici che le case farmaceutiche sono obbligate a produrre in base alla normativa europea, gli studi di sicurezza e gli studi clinici per l’immissione in commercio.

    La relazione della Commissione presenta in dettaglio i dati relativi alla quantità dei componenti, le valutazioni di ipersensibilità ai componenti e l’elenco delle reazioni avverse.

    Nell’insieme dei vaccini analizzati dalla Commissione emerge che fra adiuvanti, eccipienti e contaminanti si registra la presenza di 14 componenti tossici o potenzialmente tossici e 22 componenti scatenanti fenomeni allergici, senza contare i contaminanti biologici - ovvero virus, batteri, micoplasmi e micobatteri, nonché DNA umano fetale e DNA animale - che provengono dai tessuti biologici di coltura dei vaccini.

    Dall’esame condotto dalla Commissione emerge che:

    • le ipersensibilità indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di accurate analisi pre-vaccinali e «piuttosto che una valutazione sulla tollerabilità ad ogni singolo elemento è auspicabile una valutazione di tollerabilità complessiva per vaccino da somministrare. «A tal fine la Commissione suggerisce che nella metodologia di valutazione delle ipersensibilità si prenda in considerazione l’intero vaccino in luogo del singolo componente al fine di verificare gli effetti della somministrazione del farmaco considerato in toto».
       
    • Le reazioni avverse indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di una valutazione dei rischi personalizzata sulla profilassi vaccinale e la necessità di un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato.

    CONCLUSIONI

    Nelle conclusioni della relazione, la Commissione Parlamentare afferma:

    «Alla luce degli elementi raccolti, la Commissione conferma che vi sia una associazione statisticamente significativa tra patologie neoplastiche e linfoproliferative, e altre patologie (es. quelle autoimmuni), e la somministrazione dei vaccini secondo la profilassi vaccinale militare. La Commissione ritiene di non poter escludere il nesso di causa».

    Nel frattempo, lo stesso Stato italiano impone una profilassi obbligatoria utilizzando gli stessi identici vaccini di quelli in uso nelle Forze Armate, rivolta a tutta la popolazione pediatrica, ovvero un mix di 10 vaccini, per un totale di 34 dosi somministrate in soluzioni polivalenti - tra le quali esavalenti somministrate anche in concomitanza ad altri vaccini - a bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 16 anni, con un calendario serratissimo.
    Nonostante la relazione della Commissione Parlamentare sia di pubblico dominio, anche se sconosciuta ai più, l’establishment politico e medico-scientifico, con la complicità degli organi di informazione, continua la propaganda dei “vaccini sicuri ed efficaci che salvano l’umanità”.

    La relazione finale della Commissione Parlamentare contenente i risultati delle analisi svolte è stata immediatamente inviata all’Istituto Superiore di Sanità e messa a disposizione della Comunità Scientifica.

    Il presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta “Uranio Impoverito”, Gian Piero Scanu, ritenendo che la salvaguardia della salute dei militari costituisca una priorità assoluta, ha tempestivamente inviato all'allora Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari europei, una lettera per trasmettere i risultati del lavoro della Commissione contenuti nella relazione finale.

    «Sono convinto –scrive Scanu nella lettera- che i temi trattati siano di rilevanza non solo italiana e meritino pertanto di essere posti all’attenzione del Parlamento Europeo».

    Non dimentichiamoci che i vaccini in uso nelle Forze Armate italiane sono gli stessi utilizzati per la popolazione civile e in particolare per i bambini. E che i vaccini commercializzati in Italia sono gli stessi commercializzati nel resto del mondo.

    Non dimentichiamoci, altresì, che in molti Paesi vige un massiccio obbligo vaccinale imposto dalla legge, che colpisce indiscriminatamente tutta la popolazione pediatrica fino all’adolescenza e anche oltre. In molti Paesi i bambini non hanno accesso ai servizi educativi e scolastici se inadempienti agli obblighi vaccinali e le famiglie sono assoggettate anche a forti sanzioni.

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    Nota:

    * Le analisi pre-vaccinali - in linea con le raccomandazioni indicate dalle stesse case farmaceutiche nei fogli illustrativi e nelle e schede tecniche dei farmaci-vaccini - dovrebbero essere volte a escludere l’esistenza di eventuali stati di immunodeficienza e la presenza di eventuali malattie autoimmuni e oncologiche; dovrebbero altresì effettuare una preventiva valutazione dell’efficienza o inefficienza del sistema immunitario e una preventiva valutazione delle ipersensibilità ai singoli componenti.

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