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Lettera al D.S. - Chiarimenti rientro a scuola a.s. 2020-2021

Versione del 26 Agosto 2020
In calce il link per poter scaricare il documento da personalizzare

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Città, data

Alla c.a. del Dirigente Scolastico ……..

e a chiunque abbia di fatto poteri direttivi nell’Istituto Scolastico … …..

e per conoscenza

USR

Sindaco

Oggetto: Anno scolastico 2020/21, condizioni per il ritorno a scuola

Egregio/Gentilissima …. ….,

consapevoli delle sue responsabilità in ambito gestionale, amministrativo, civile e penale, in qualità di genitori dell’alunno …. …., nonché responsabili e garanti degli interessi superiori di nostro figlio, avendo letto con attenzione

  • le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, per brevità denominate “Indicazioni operative” nel seguito della presente, redatte a cura del Gruppo di Lavoro ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Regione Veneto,

  • il “Protocollo d’Intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di covid 19”, cosiddetto “Protocollo Sicurezza”, sottoscritto dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e dalle organizzazioni sindacali della scuola,

  • il Piano scuola 2020/21 (Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione) contenente il Documento tecnico del CTS e

  • il verbale del CTS n. 94 del 7 luglio 2020

non possiamo esimerci dal sottoporle dubbi, quesiti e riflessioni riguardo alle disposizioni previste per l’imminente apertura del nuovo anno scolastico, chiedendole di entrare nel merito delle misure.

Siamo certi che abbia a cuore il futuro dei suoi alunni quanto le loro famiglie e che anche lei si stia interrogando sulle conseguenze di simili prospettive procedurali, ricercando le migliori soluzioni.

Da parte nostra intendiamo dare un contributo a questo fine, affinché possano essere fatte scelte consapevoli e responsabili per tutti gli aspetti rilevanti in campo.

Riportiamo di seguito, in via preliminare, alcuni punti estratti dal verbale n. 82 del CTS (Dip. Protezione Civile, 28 maggio 2020) che possono essere ritenuti qualificanti ai fini di questa interlocuzione:

  • La scuola inoltre è il contesto in cui ad ogni bambino viene data la possibilità di crescere e svilupparsi in modo ottimale”;

  • Pertanto la necessaria ripresa delle attività scolastiche deve essere effettuata in un complesso equilibrio tra sicurezza, in termini di contenimento del rischio di contagio, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali all’istruzione e alla salute”;

  • L’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, nell’età evolutiva (0-18 anni), è stata a oggi, documentata in circa 4.000 casi: il 7 % ha richiesto il ricovero ospedaliero (più numerosi nel primo anno di vita e nell’età preadolescenziale) e 4 decessi (tutti in pazienti con gravi patologie preesistenti). Nei bambini e nei ragazzi le forme cliniche sono prevalentemente paucisintomatiche, lievi e/o moderate, eccezionalmente si sono avuti 3 casi gravi che hanno necessitato di cure intensive”.

Il piano per l’apertura delle scuole non pare trovi fondamento in queste dichiarazioni e, in particolare, ci è difficile comprendere come siano stati veramente presi in considerazione il benessere socio-emotivo e fisico dei bambini, nonché il loro diritto di istruzione in una comunità educante che garantisca a tutti pari opportunità e dignità sociale.

È evidente, dal momento che famiglie e studenti non hanno una propria rappresentanza sindacale che tuteli i loro interessi, ci sia da parte nostra la massima preoccupazione, attenzione e tutela verso ogni misura straordinaria che l’istituto intenderà adottare in quanto potenzialmente incidente sul benessere psico-fisico dei nostri figli.

Fatte queste premesse, ci è d’obbligo porre subito i quesiti fondamentali che emergono dalla lettura dei summenzionati documenti.

Va, innanzitutto, rilevato che non ci è dato sapere quali siano le evidenze scientifiche a sostegno delle misure che le comunità scolastiche sono chiamate ad implementare con particolare riguardo:

  • all’uso di mascherina,

  • all’obbligo di distanziamento fisico/sociale,

  • all’effettuazione di tamponi e test sierologici, anche in relazione alla attendibilità degli stessi,

  • alla necessità e finalità della raccolta di dati genetici dai campioni sierologici,

  • all’effettiva contagiosità dei cosiddetti “positivi” al tampone o ai test sierologici.
     

Vanno, altresì, posti alcuni quesiti preliminari:

  • Un Protocollo d’Intesa tra Ministero e Sindacati ha natura prescrittiva per l’Istituto che dirige?

  • Indicazioni e linee guida hanno natura prescrittiva?

  • Nell’ambito della specifica normativa vigente in materia di contrasto alla diffusione del virus SARS-Cov-2, potrebbe chiarirci quale grado di autonomia è nei suoi poteri nell’istituire e giustificare le disposizioni e le misure di prevenzione nell’Istituto che dirige?

  • Poiché con delibera adottata nella seduta del 29 luglio il Consiglio dei Ministri ha disposto la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020, eventuali misure che il Dirigente Scolastico predisporrà per far fronte, appunto, alla attuale situazione di “emergenza”, decadranno automaticamente a quella data?


Volendo compiere una disamina dei punti cardine riguardo alle disposizioni previste, partiamo da alcune misure ritenute fondamentali al fine di contenere il contagio da infezioni di SARS-CoV-2:

  • Distanziamento fisico (e sociale) di tutti i soggetti componenti la comunità scolastica, a cominciare dall’area statica dedicata alla zona banchi, dove si prevede il DISTANZIAMENTO DI UN METRO TRA LE RIME BUCCALI DEGLI ALUNNI E LA DISTANZA IMPRESCINDIBILE DI DUE METRI TRA LA CATTEDRA DELL’INSEGNANTE E I BANCHI DEGLI STUDENTI 1.

  • Utilizzo della mascherina necessario in situazioni di movimento e in generale in tutte quelle situazioni (statiche o dinamiche) in cui non sia possibile garantire il distanziamento prescritto (un metro per gli alunni, due metri per gli insegnanti).
    Va, tuttavia, rilevato che nel “Protocollo Sicurezza” viene specificato che il “CTS si esprimerà nell’ultima settimana di agosto in ordine all’obbligo di utilizzo di mascherina da parte degli studenti”, esclusa la fascia di età 0-6 anni, per l’intera durata della giornata scolastica.

  • Regole di igiene delle mani, etichetta respiratoria (tossire e starnutire direttamente su di un fazzoletto di carta o nella piega del gomito) e in genere comportamenti corretti sul piano dell’igiene.

Riteniamo sia pacificamente riconosciuto che tali misure non siano esenti da importanti conseguenze sul piano socio-emotivo, psicologico e fisico.

Non occorre ribadire, infatti, che la misura del distanziamento sociale inibisce pesantemente la spontaneità e frustra la necessità di contatto fisico, inculcando il terrore di un nemico invisibile e inopinati sensi di colpa. Approfondimenti utili sono disponibili negli allegati [1].

Riguardo al distanziamento, inoltre, apprendiamo che lo scorso 13 agosto il Ministero dell’Istruzione ha reso noto il parere del Comitato Tecnico Scientifico contenuto nel verbale del 12 agosto stabilendo che “nelle situazioni temporanee in cui fosse impossibile garantire il prescritto distanziamento fisicoè possibile derogarvi a condizione che venga utilizzata la mascherina.

Una simile deroga non fa che connotare maggiormente l’approssimazione con la quale vengono stabilite misure lesive delle libertà e dei diritti dei minori e che potrebbero avere conseguenze sulla loro salute psicofisica, facendo perdere ai cittadini ogni credibilità e fiducia nelle Istituzioni. Le motivazioni che ci portano a simili affermazioni sono le seguenti.

Per quanto riguarda l’uso della mascherina apprendiamo che è stato quasi fatale per una tredicenne valdostana, finita in coma per due settimane a causa di eccesso di anidride carbonica nel sangue: https://www.valledaostaglocal.it/2020/07/13/leggi-notizia/argomenti/cronaca-4/articolo/respira-troppa-anidride-carbonica-sotto-la-mascherina-13enne-aostana-finisce-in-coma.html

La mascherina rappresenta, inoltre, un grave ostacolo alla comunicazione non verbale (sulla comunicazione delle unità di azione della fascia buccale e di quella nasale, si veda la letteratura di Ekman e Friesen inerente al Facial Action Coding System) e alla possibilità per i giovani di sviluppo dell’empatia, di cui proprio il non verbale è il principale veicolo. Approfondimenti utili sono disponibili negli allegati [2].
Simili osservazioni nonché l’importanza di un adeguato utilizzo della mascherina vengono sottolineati anche da OMS2.

L’approccio prudente e preoccupato in merito all’uso della mascherina, oltre ad appoggiarsi alle citate colonne portanti delle discipline psicologiche e sociali, si rinforza inoltre della constatazione dei problemi ulteriori che l’uso della mascherina genera nella popolazione ipoudente.

E non è nemmeno possibile escludere il rischio di contrarre patologie ossessivo-compulsive, nelle quali è molto frequente il lavaggio compulsivo delle mani.

A fronte di tutto ciò, leggendo attentamente le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” apprendiamo che tali misure al fine di garantire la continuità scolastica in sicurezza sono, di fatto, totalmente vane e inutili: non garantiscono, infatti, agli alunni di NON RICADERE NELLA DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO, ovvero di essere classificati potenziali “contagiati” al verificarsi di un caso “positivo”.

Ci riferiamo, in particolare, al punto “2.2.3 Elementi per la valutazione della quarantena dei contatti stretti e della chiusura di una parte o dell’intera scuola” dove si afferma: «La valutazione dello stato di contatto stretto è di competenza del DdP3 e le azioni sono intraprese dopo una valutazione della eventuale esposizione. Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo, il DdP valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata. Inoltre, il DdP potrà prevedere l’invio di unità mobili per l’esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla necessità di definire eventuale circolazione del virus.»

A ben vedere, con le attuali regole, gli alunni si configurano come “CONTATTI STRETTI” in qualsivoglia circostanza.

La definizione di “contatto stretto”, unanimemente accettata, infatti, è quella del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), secondo la quale si definisce contatto stretto 4:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;

  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta di mano);

  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);

  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;

  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;

  • un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;

  • una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo).

È evidente, quindi, che sussiste una grave sperequazione fra le condizioni di “sicurezza” primarie che l’organizzazione scolastica intende attuare per il personale dipendente e gli studenti, ovvero il distanziamento in ambiente chiuso.

Se anche fosse imposto agli studenti l'uso prolungato della mascherina - disposizione su cui il CTS si è riservato di esprimersi entro la fine del mese di agosto - tale presidio non garantirebbe in alcun caso al soggetto di non ricadere nella definizione di contatto stretto, pertanto, verrebbe classificato dalle autorità sanitarie potenziale contagiato a cui prescrivere quarantena e probabilissimo tampone con tutte le conseguenze che ne derivano.

Questo per noi è semplicemente INACCETTABILE.

PRETENDIAMO, QUINDI, CHE ANCHE AGLI ALUNNI SIANO GARANTITE CONDIZIONI STRUTTURALI OMOGENEE PER NON RICADERE NELLA DEFINIZIONE DI CONTATTO STRETTO!

Se così non fosse, peraltro, appare evidente che ci siano scarsissime probabilità di riaprire la scuola: è più che probabile che in classe si manifesti presto un caso positivo e “Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo, il DdP valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti”. Il Dipartimento di Prevenzione (DdP) valuterà altresì di prescrivere il tampone, un esame invasivo (pertanto non privo di rischi), doloroso, potenzialmente traumatico per un bambino, costoso per la collettività e di dubbia validità. Non solo, al punto 2.2.3 si legge: «Inoltre, il DdP potrà prevedere l’invio di unità mobili per l’esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla necessità di definire eventuale circolazione del virus

Appare ulteriormente allarmante la condizione che emerge dall’analisi del paragrafo 2.1.6 (pagina 11) del documento “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, dove si legge:

Qualora un alunno risultasse contatto stretto asintomatico di un caso di cui non è nota la catena di trasmissione, il DdP valuterà l’opportunità di effettuare un tampone contestualmente alla prescrizione della quarantena. Il tampone avrà lo scopo di verificare il ruolo dei minori asintomatici nella trasmissione del virus nella comunità”

Di fatto, qualora un alunno risultasse un “contatto stretto asintomatico” di un caso di cui non è nota la catena di trasmissione (pertanto NON necessariamente in ambito scolastico), diventerebbe a tutti gli effetti oggetto di una sperimentazione clinica, sottoposto ad una diagnostica invasiva non priva di rischi e senza alcun riferimento a qualsivoglia forme di consenso informato da parte di chi ne esercita la responsabilità genitoriale, per non parlare poi delle ricadute in abito di gestione della vita familiare stessa.

Approfondimenti utili sono disponibili negli allegati, [3].

Quante volte nell’arco dell’anno scolastico potrebbe capitare una simile situazione? A quanti tamponi dovrebbero sottoporsi gli alunni da settembre a giugno? Quali sarebbero quindi le condizioni per un ritorno alla normalità per la stessa famiglia e per l’impatto che tutto questo scenario potrà avere per la regolarità della vita lavorativa o, addirittura, nel mantenimento del posto di lavoro per i genitori di questi alunni?

Infatti, quanti alunni e operatori potrebbero accusare sintomi anche banali e molto comuni riconducibili alla covid?

Leggiamo al punto “2.1.5 Nel caso di un numero elevato di assenze in una classe” che il referente covid preposto “deve comunicare al DdP se si verifica un numero elevato di assenze improvvise di studenti in una classe (es. 40%; il valore deve tenere conto anche della situazione delle altre classi) o di insegnanti. Il DdP effettuerà un’indagine epidemiologica per valutare le azioni di sanità pubblica da intraprendere, tenendo conto della presenza di casi confermati nella scuola o di focolai di COVID-19 nella comunità.”

Considerati i sintomi “suggestivi” elencati nelle “Indicazioni operative” e le circostanze, sono prevedibili comportamenti estremamente precauzionali, rimanendo a casa anche per lievi malesseri. Quanti positivi anche asintomatici si scoverebbero? Quante scuole chiuse, di conseguenza? Quanti genitori costretti a rimanere a casa con i figli? Quali difficoltà nell’assicurare l’isolamento nel contesto familiare soprattutto nel caso di più figli e un’abitazione di non adeguate dimensioni?

Questi dubbi sono avvalorati anche da recenti dichiarazioni di esponenti del Governo: il vice ministro Sileri ritiene che in caso di soggetto positivo al tampone, la scuola dovrebbe essere chiusa temporaneamente e riaperta solo dopo aver identificato tutti i possibili soggetti positivi 5.

Leggiamo al punto 2.2.2 delle “Indicazioni operative”, inoltre, che il referente scolastico per COVID-19 dovrà “fornire elementi per la ricostruzione dei contatti stretti”. Quali saranno le condizioni messe in atto per la salvaguardia della privacy?
 

Anche volendo ipotizzare uno scenario che superi questa fondamentale condizione di “contatto stretto”, permettendo così di escludere ripetute quarantene per la classe, ripetuti tamponi per gli alunni, nonché chiusura della scuola e le relative criticità appena descritte, entrando nel merito del documento “Protocollo Sicurezza”, permangono molteplici dubbi e interrogativi che esponiamo di seguito, nell’ordine stesso del documento a cui facciamo riferimento.

Riguardo alle misure di contrasto e contenimento:

  • Se gli alunni fossero di fatto costretti ad assentarsi anche per lievi disturbi, la scuola garantirebbe loro di poter seguire le lezioni a distanza?

  • Può confermarci che eventuali periodi di assenza per malattia e quarantena non verranno contemplati al fine del conteggio delle assenze per la bocciatura?

  • Considerato che è plausibile ritenere che anche gli insegnanti potrebbero assentarsi frequentemente, vi è il rischio concreto di non poter garantire agli studenti continuità didattica?

  • Un lavoratore della scuola è in grado di riconoscere senza margine di errore un sintomo meritevole di segnalazione e per il quale il soggetto debba essere isolato e allontanato al più presto dall’Istituto con tutte le ulteriori conseguenze che una simile segnalazione comporta?

  • Chi si assume la responsabilità delle conseguenze di una errata segnalazione?

  • L’alunno potrebbe essere sottoposto a trattamenti sanitari senza il consenso scritto dei genitori?
     

Riguardo alle misure igieniche:

  • Il Dirigente scolastico rilascerà un attestato che assicuri anche l’assenza del rischio di contrarre patologie ossessivo-compulsive, nelle quali è molto frequente il lavaggio compulsivo delle mani?

  • Il Dirigente scolastico nel caso in cui sarà imposto l’uso della mascherina rilascerà un attestato che assicuri che l’utilizzo della stessa non arrechi agli alunni alcun danno, anche a lungo termine?

  • Cosa accadrebbe nel caso, anche accidentale, di trasgressione nell’uso della mascherina o di altre precauzioni igieniche?


Riguardo al distanziamento:

  • Cosa accadrebbe nel caso, anche accidentale, di trasgressione delle disposizioni di distanziamento?
     

Riguardo alle modalità di ingresso e uscita:

  • Nel caso in cui sia valutata nel nostro Istituto l’opportunità di ingressi e uscite scaglionati, gli orari potrebbero interferire con quelli dei mezzi di trasporto?

  • Tenuto conto che al momento nessuno ha specificato variazioni di orario e modalità di accesso, come potrebbero i genitori riuscire a conciliare i loro impegni di lavoro?

  • Come potrebbero i genitori accompagnare i figli nei più disparati orari se lavorano?

  • Come potrebbe il genitore accompagnare più figli a scuola se gli orari di ingresso scolastico degli stessi sono inconciliabili?

  • Sarebbero predisposti appositi spazi per consentire agli alunni di sostare in attesa dell’orario di entrata e in attesa del genitore all’uscita di scuola?
     

Riguardo a pulizia e igienizzazione:

  • Chiediamo di conoscere i disinfettanti virucidi e detergenti che verranno utilizzati e se possibile da chi verranno eseguiti i servizi di disinfezione e di sanificazione dei locali.

Riguardo alla gestione di spazi comuni:

  • Verrà predisposto un sistema di ventilazione adeguato nelle aule e negli altri spazi comuni?

Pur trovandoci concordi sulla necessità, sempre auspicabile, di arieggiare frequentemente tutti gli spazi di convivenza comunitaria, ci preoccupiamo che non si porti tale pratica agli estremi, riducendo, nei periodi invernali, le temperature al punto di provocare raffreddamenti e patologie influenzali agli alunni.

  • Avete considerato l’utilizzo di altri sistemi di ventilazione meccanica controllata che non alterino la temperatura interna?

  • Nel caso in cui sia adottata l’alternanza delle presenze degli alunni con lezioni da remoto (che presuppone che una lezione frontale svolta in classe sia trasmessa a una parte degli alunni in modalità didattica digitale) chi garantirebbe che questa modalità rappresenti una scelta compatibile sia dal punto di vista pedagogico, sia da quello didattico, sia da quello organizzativo e adeguato per tutti gli insegnamenti e per tutti i docenti?

Per la famiglia può essere difficile conciliare gli impegni lavorativi con gli orari delle lezioni da remoto.
 

Riguardo al supporto psicologico:

Il Protocollo Sicurezza parla di “attenzione alla salute” e “prevenzione precauzionale”… I nostri bambini e ragazzi hanno già accusato pesantemente le misure di distanziamento fisico e sociale, reclusi in casa per mesi. In questo momento tutti stanno, di fatto, conducendo una vita normale, recuperando il forte disagio vissuto. La realtà quotidiana, quindi, sembrerebbe smentire palesemente che esista ancora uno stato per il quale i bambini e i ragazzi non possano andare a scuola in condizioni normali. L’impressione è che si stia cercando di fare accettare qualcosa di inaccettabile…

Si legge, oltretutto, che il sostegno psicologico viene promosso per prevenire “insicurezza, stress, ansia dovuta ad eccessiva responsabilità, timore di contagio, rientro al lavoro in presenza, difficoltà di concentrazione, situazione di isolamento vissuta”. Perché circoscrivere in maniera dettagliata il disturbo che si promuove di prevenire e la circostanza che lo causerebbe? La situazione di isolamento, inoltre, non è soltanto “vissuta”: il distanziamento fisico e sociale rappresenta uno dei presupposti principali su cui poggia il rientro a scuola in presenza.

E poi perché lo psicologo e non il pedagogista? Lo psicologo tratta pazienti, ha un approccio clinico e medicalizzato. Il pedagogista tratta persone, è specializzato nel processo educativo e sarebbe di grande apporto anche agli insegnanti e alle famiglie.

Prevedere il supporto di uno psicologo significa, di fatto, ammettere che si dovranno affrontare disagi psicologici proprio a scuola.

  • Eventuali sostegni psicologici (individuali e/o di gruppo) verranno offerti previo consenso scritto della famiglia?
     

Riguardo alla gestione di una persona sintomatica all’interno dell’istituto scolastico

  • In caso di raffreddore o tosse o altri sintomi respiratori chi si assume la responsabilità di chiedere al soggetto, un minore plausibilmente, di indossare la mascherina? Eventualmente di quale tipologia?

  • Considerato che tutti sono chiamati a “denunciare” chi presenta sintomi SUGGESTIVI di una DIAGNOSI di infezione da SARS-CoV-2 come ritiene di rassicurare la famiglia che il soggetto denunciato per una “suggestione” non sia vittima di un eccesso di zelo da parte di chi effettua una simile denuncia?
    Che non si tratti di un atto di discriminazione e finanche di bullismo?

  • E in generale, come essere certi della correttezza e pertinenza della segnalazione?

  • Insegnanti, personale scolastico e alunni non hanno competenze in ambito medico-sanitario. Come distinguere ad esempio i sintomi in soggetti allergici e asmatici?

  • Quali saranno le iniziative di informazione rivolte agli alunni, genitori e personale scolastico sulle misure di prevenzione e protezione adottate?

  • In quali circostanze si ravvisa l’opportunità di ribadire la responsabilità individuale e genitoriale?

Per quanto riguarda il contact tracing e con specifico riferimento all’app nazionale “Immuni”, già autorizzata dal Garante, vorremmo ricordare che l’Autorità ha ribadito che la sua installazione è su base volontaria e che dalla mancata installazione non può derivare alcuna conseguenza pregiudizievole (come, ad esempio, limitazioni nella fruizione di beni o servizi).

In Conclusione

Non potendo esimerci dal ritenere chiunque abbia formalmente e di fatto poteri direttivi presso il nostro Istituto Scolastico responsabile di ogni danno alla salute psichica e fisica che dovesse verificarsi su nostro figlio e conseguentemente sul nostro nucleo familiare, ci vediamo costretti dalle circostanze a chiederle di fornire adeguate risposte ai nostri quesiti e motivazioni riguardo a ogni misura che sarà adottata nell’Istituto.

Certi di poter affrontare un nuovo anno scolastico rinnovandole la nostra fiducia e stima, le inviamo i migliori saluti.

La famiglia di ….. …..

 

ALLEGATI

Nota [1]

Sui danni sul versante psicologico e psichiatrico accusati dalla popolazione, a partire dalle fasce più deboli, e i pericoli connessi alla gestione del periodo pandemico, si sono pronunciati oltre 700 professionisti italiani in un Comunicato di allarme di psicologi e psichiatri pubblicato, congiuntamente ai nomi dei firmatari, sul sito www.comunicatopsi.org.
Segnaliamo, inoltre, l’intervista al dott. Marco Pacori, psicologo-psicoterapeuta, autore di numerose pubblicazioni, di cui 3 libri best-seller:
https://www.facebook.com/DottMarcoPacori/videos/297549637973364/

Sui danni psicologici del distanziamento sociale e dell’isolamento la letteratura è corposa, si veda tra gli altri:

- Andrew A., Cattan S., Costa Dias M., Farquharson C., Kraftman L., Krutikova S., Phimister A. and Sevilla A., Learning during the lockdown: real-time data on children’s experiences during home learning, The Institute for Fiscal Studies, 2020.

- Bzdok D., Dunbar Robin I.M., The Neurobiology of Social Distance. Trends in Cognitive Sciences, 2020; DOI: 10.1016/j.tics.2020.05.016.

- Biondi M., Iannitelli A. (2020) Covid-19 and stress in the pandemic: "sanity is not statistical". Riv Psichiatr. May-Jun;55(3):1e-6e. doi: 10.1708/3382.33568.

- Fofana NK., Latif F., Sarfraz S., Bilal., Bashir MF., Komal B. (2020), Fear and agony of the pandemic leading to stress and mental illness: An emerging crisis in the novel coronavirus (COVID-19) outbreak. Psychiatry Res. 2020 Jun 15;291:113230. doi: 10.1016/j.psychres.2020.113230. Online ahead of print.

- Forte G., Favieri F., Tambelli R., Casagrande M. (2020), Int J Environ Res Public Health. 2020 COVID-19 Pandemic in the Italian Population: Validation of a Post- Traumatic Stress Disorder Questionnaire and Prevalence of PTSD Symptomatology Int J Environ Res Public Health. 2020 Jun; 17(11): 4151.

- Loades M., Chatburn E., Higson-Sweeney N., Reynolds S., Shafran R., Brigden A., Linney C., McManus M., Borwick C., Crawley E., Rapid Systematic Review: The Impact of Social Isolation and Loneliness on the Mental Health of Children and Adolescents in the Context of COVID-19, Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 2020/06/01, 0.1016/j.jaac.2020.05.009.

- Raker E. J., Zacher M., Lowe Ss R., Lessons from Hurricane Katrina for predicting the indirect health consequences of the COVID-19 pandemic. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2020; 202006706 DOI: 10.1073/pnas.2006706117.

- Rossi R., Socci V., Talevi D., Mensi S., Niolu C., Pacitti F., Antinisca M., Rossi A., Siracusano A., Di Lorenzo G. COVID-19 pandemic and lockdown measures impact on mental health among the general population in Italy. 2020. An N=18147 web-based survey. 10.1101/2020.04.09.20057802.
 

Nota [2]

Riguardo alle mascherine ricordiamo che l’OMS in un primo momento ne ha ritenuto importante l’uso solo per malati e il personale sanitario (ad Aprile), salvo poi, a distanza di appena due mesi (Giugno), cambiare idea e raccomandarne l’uso generalizzato nelle aree pubbliche (si veda, a titolo di esempio: https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-mascherine-guanti-giravolte-oms-questa-pandemia-ADg1tMY?refresh_ce=1 )

A tal proposito si evidenzia come il C.I.A.T.D.M. (Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori) avesse più volte sollevato il problema alle società scientifiche pediatriche (FIMP e SIP): https://www.petizioni.com/no_mascherine_su_popolazione_pediatrica_a_scuola_e_nei_centri_estivi?fbclid=IwAR2hNpf562h_vEc645tNFI5899vVMK_cTzvtR2gor1uaTaEmAgj BZhA4eNo che ha raggiunto oltre 17.000 firme in pochi giorni, e ancora: https://www.petizioni.com/i_dogmi_delle_societa_scientifiche_e_le_verita_della_scienza_libera_chiediamo_risposte_alla_sip_sulla_sponsorizzazione_contro_ogni_evidenza_scientifica_delle_mascherine_in_eta_pediatrica chiedendo contestualmente alle Istituzioni l'immediata sospensione della misura, senza, ad oggi, ottenere risposta.

Si evidenzia altresì che il Presidente della SIP Alberto Villani siede sia nel Comitato Tecnico Scientifico, sia nella task force del Ministro Azzolina, e non ha ritenuto doveroso giustificare l'adozione di queste misure neppure ora che le conseguenze dannose per la salute sono evidenti quanto meno per alcuni soggetti a rischio, che dovrebbero essere identificati e adeguatamente istruiti dai loro Medici di Base.

Segnaliamo, inoltre, il recente studio Xiao J, Shiu E, Gao H, Wong JY, Fong MW, Ryu S, et al. Nonpharmaceutical Measures for Pandemic Influenza in Nonhealthcare Settings—Personal Protective and Environmental Measures. Emerg Infect Dis. 2020;26(5):967-975. https://dx.doi.org/10.3201/eid2605.190994 " Misure non farmaceutiche per l'influenza pandemica in ambienti non sanitari: misure di protezione personale e ambientali".
Abstract: "Ci sono state 3 pandemie influenzali nel 20 ° secolo e 1 finora nel 21 ° secolo. Le autorità sanitarie locali, nazionali e internazionali aggiornano regolarmente i loro piani per mitigare la prossima pandemia influenzale alla luce delle ultime prove disponibili sull'efficacia delle varie misure di controllo nel ridurre la trasmissione. Qui, esaminiamo la base di prove sull'efficacia delle misure di protezione personale non farmaceutiche e delle misure di igiene ambientale in contesti non sanitari e discutiamo la loro potenziale inclusione nei piani pandemici. Sebbene gli studi meccanicistici supportino il potenziale effetto dell'igiene delle mani o delle maschere facciali, le prove di 14 studi randomizzati controllati di queste misure non supportano un effetto sostanziale sulla trasmissione dell'influenza confermata in laboratorio. Allo stesso modo abbiamo trovato prove limitate sull'efficacia di una migliore igiene e pulizia ambientale. Abbiamo identificato diverse importanti lacune di conoscenza che richiedono ulteriori ricerche, soprattutto una migliore caratterizzazione delle modalità di trasmissione da persona a persona." https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/26/5/19-0994_article

All’indirizzo https://www.comilva.org/informazione/dallitalia-scuola-e-comunita/obbligo-mascherine-popolazione-comune è disponibile un approfondimento sull’uso della mascherina.

 

Nota [3]

Il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e lo studio sui tamponi: «La carica virale è diventata molto bassa».

«Abbiamo condotto uno studio su 133 ricercatori del Mario Negri e 298 dipendenti della Brembo. In tutto, quaranta casi di tamponi positivi. Ma la positività di questi tamponi emergeva solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a 35.000-38.000 copie di RNA virale».
Cosa significa?
«Che sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono persone positive al tampone. Commentare quei dati che vengono forniti ogni giorno è inutile, perché si tratta di positività che non hanno ricadute nella vita reale».

«La bugia dei “contagiati”. Da bocciatura all’esame di microbiologia al 2° anno
Non serve essere virologi, infettivologi o epidemiologi. Basta essere medici per avere chiara la differenza tra un “contagiato” e una persona che “ha incontrato il virus”. Il contagiato è solo colui che presenta i sintomi della malattia. O abbiamo colpevolmente dimenticato i postulati di Koch, distratti da una medicina disumanizzata e ipertecnologica? Ogni giorno entriamo in contatto con decine di virus diversi, quasi sempre innocui. Siamo forse continuamente “contagiati”? Il contagiato è malato. Gli altri sono sani. Sani. E pure protetti.” (dott. Luca Speciani, 16/07/2020)».

L’allarme lanciato dal presidente del 118 e dal virologo Fabrizio Pregliasco: un mistero che va indagato. A Taranto su 100 pazienti infetti, 45 non venivano rilevati dal tampone.
 

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1 Vedi verbale CTS n. 94 del 7 luglio 2020, http://istruzioneer.gov.it/wp-content/uploads/2020/07/verbale_completo_CTS_n94_del_07-07-2020.pdf

2 https://www.who.int/news-room/q-a-detail/q-a-children-and-masks-related-to-covid-19

3 Dipartimento di Prevenzione. Secondo le dichiarazioni del Ministro Azzolina dello scorso 20 agosto durante la trasmissione In Onda (La7), si tratterebbe di un nuovo ufficio composto da medici e infermieri in contatto diretto con il Dirigente Scolastico e il Referente scolastico COVID-19.

4 Vedi https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/surveillance/surveillance-definitions.

5 Vedi https://www.orizzontescuola.it/ritorno-in-classe-il-vice-ministro-sileri-se-si-trova-positivo-a-scuola-controlli-a-tutte-le-persone-intorno-e-chiusura-temporanea-scuola/