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comunicato stampa

Violazione privacy in ambito scolastico: COMILVA E CIATDM inviano segnalazione al Garante

17 Novembre 2021

COMUNICATO STAMPA        

17 novembre 2021

VIOLAZIONE PRIVACY IN AMBITO SCOLASTICO: 
COMILVA E CIATDM INVIANO SEGNALAZIONE AL GARANTE

Le disposizioni contenute in una circolare ministeriale o in una nota tecnica NON possono travalicare i limiti imposti dalla normativa in materia di protezione dei dati personali, né tantomeno ledere diritti fondamentali.

La circolare 36254 dell’11 agosto 2021 del Ministero della Salute, considerata applicabile anche in ambito scolastico, stabilisce una diversa durata della quarantena a seconda che il c.d. “contatto scolastico” abbia o non abbia completato il ciclo vaccinale: 7 giorni nell’un caso, 10 giorni nell’altro. Né il ministero né i suoi consulenti hanno provveduto a spiegare su quali presupposti logici e scientifici si fondi lo scarto di tre giorni previsto, la cui irragionevolezza è tale da rendere vieppiù grave la diversità di trattamento tra gli alunni della stessa classe, nonché i prevedibili effetti discriminatori che ne derivino. 

Dallo scorso 6 novembre si applicano le disposizioni della nota tecnica “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico” formulata di concerto da Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione e Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, nella quale non si fa altro che, incredibilmente, ribadire la tendenza, già censurata, di dividere in forma manifesta gli alunni (ma anche i docenti) in due categorie: i vaccinati e i non vaccinati. È previsto infatti che, qualora emergano due casi positivi nella medesima classe, i soli alunni vaccinati continuino a frequentare in presenza, mentre i non vaccinati debbano stare in quarantena seguendo le lezioni a distanza; qualora invece i positivi siano tre, la DAD scatta per tutti. Appare evidente che simili disposizioni ledono gravemente i diritti di privacy dei soggetti interessati, permettendo di disvelare il loro stato vaccinale; generano, altresì, una ingiustificata disparità di trattamento tra compagni di classe, in mancanza di ragioni logiche e scientifiche che sorreggano tale impianto.

In questi due anni di emergenza, gli studenti hanno pagato un prezzo esorbitante sul piano psicofisico a causa del clima di terrore diffuso e delle stringenti misure di prevenzione e contenimento dei contagi, che hanno travolto i ritmi e le modalità naturali della loro esistenza quotidiana. 
Dopo un tempo così lungo – nel corso del quale è stato possibile acquisire importanti conoscenze sul virus e sarebbe stato possibile quantomeno migliorare le condizioni strutturali di scuole e mezzi di trasporto – ci saremmo aspettati dalle istituzioni preposte uno sforzo particolare volto a cercare di restituire ai più giovani la vita, la salute, la socialità.

Restiamo quindi increduli di fronte a queste disposizioni, e in generale alla sequenza di disposizioni che colpiscono la comunità scolastica - evidentemente non estemporanee, ma funzionali a un preciso disegno di disgregazione umana e sociale – con le quali si tende a inasprire la pressione anziché allentarla, a generare divisione e potenziale conflittualità anziché favorire l’armonia tra coetanei e il reciproco sostegno, rendendo la scuola una sorta di presidio sanitario e luogo di discriminazione istituzionalizzata. Tutto quello che, mai, essa dovrebbe essere.

Quando contro la logica, contro la scienza, contro ogni più elementare principio di umanità e di buon senso, resta solo l’arbitrio il criterio-guida dei decisori, ed esso viene esercitato in danno delle nuove generazioni, spetta a tutti noi la responsabilità di agire a loro protezione, nel tentativo di scongiurare ulteriori pregiudizi gravi, prevedibili e troppo spesso non riparabili.

CC

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