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LA VITA È UNA MALATTIA SICURAMENTE MORTALE. E SICURAMENTE CONTAGIOSA IN QUANTO SESSUALMENTE TRASMISSIBILE

11 Maggio 2020

LA VITA È UNA MALATTIA SICURAMENTE MORTALE. E SICURAMENTE CONTAGIOSA IN QUANTO SESSUALMENTE TRASMISSIBILE

(LA SALUTE È ESSENZIALMENTE INFORMAZIONE)

Di David Satanassi, medico veterinario, omeopata e bioeticista
Comunicato ANDROMEDA N. 116/2020, http://www.edizioniandromeda.com/page/Comunicati

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I motivi più disparati che leggiamo in relazione a questa presunta pandemia (fuga di un virus, pipistrello, servizi segreti e guerra batteriologica, influssi astrali e via dicendo) sono frutto di un pensiero unico globale gestito da una Scienza onnisciente che fa acqua da tutte le parti e che ha sostituito prima la Religione e poi la Politica, sotto il controllo, il volere e l’interesse dei Mercati. Se volessimo per onestà epistemica trovare una lettura da anteporre all’Antropocentrismo troveremmo nell’Ecocentrismo la forma più sobria ed equilibrata per una lettura biologica.

La specie umana, nella sua presunzione sconfinata, ha pensato di essere onnipotente ed onnisciente per aver conseguito l’invecchiamento, il calo delle nascite, la perdita del riconoscimento di genere e del determinismo biologico, l’aumento del benessere economico, seppur per una minoranza. Ora vede crollare tutti i suoi dogmi, da quelli medici a quelli economici... di fronte a un presunto virus.

È il segnale della sua perdita di energia vitale intesa come capacità di evitare la malattia e di autoguarirsi.

Freud direbbe che la "vitalità " si è “infranta” nel paradosso della "paura di vivere"... FINO A MORIRNE.

Oggi, 2020, siamo di fronte ad una verifica globale per confermare o meno se la specie Homo Sapiens abbia voglia di continuare il suo percorso o destinarsi all’estinzione perdendo la condizione essenziale: che è LA VOGLIA DI VIVERE.

Elenchiamo ora alcune CONVINZIONI che abbiamo raggiunto e che è giusto continuare sempre a sottoporre al benefico dubbio.

 

PRIMO
La Natura non è matrigna, conosce il concetto di igiene ma non quello di sterilità.
Migliaia di forme di vita (specie) cooperano tra loro nel fine comune della convivenza nello stesso ambiente. Dai batteri ai vegetali agli animali all’Homo Sapiens.
Si chiama Biodiversità, ed è alla base di ogni principio co-evolutivo.

SECONDO
La fobia del contatto (cum tangere = toccare insieme) e dello scambio di informazioni è espressione dell’antropocentrismo e del razzismo umano.
Nessuna specie evita il contatto se non tra predatori e prede. Ogni scambio tra le specie tende alla cooperazione. Sono infatti altruismo e cooperazione alla base del successo evolutivo di Homo Sapiens.
Diceva Florence Nightingale (1820-1910) “Il contagio è il rifugio delle menti fragili, deboli e mediocri della medicina”. Mai frase più intelligente venne pronunciata in ambiente ospedaliero.

TERZO
Il sovrappopolamento rispetto allo spazio occupato in un determinato ambiente dalle varie specie, per un tempo prolungato, è certamente un fattore di squilibrio che può portare alla malattia. L’etologo Calhoun lo definì, nel 1962, “fogna comportamentale”.

QUARTO
La malattia all’interno di una specie sorge con il fine di raggiungere la guarigione per riportare lo squilibrio all’equilibrio originario o ad un equilibrio superiore. L’epidemia, come ci insegna la microbiologia, più è condivisa più perde la sua virulenza diventando endemica. Più si “condivide la malattia” prima si trova la soluzione.

QUINTO
La presunzione antropocentrica che le origini della malattia provengano dall’alterità, da fuori di noi è una scusa sintomo della nostra immaturità rispetto al nostro “non saper vivere” e non saper leggerci dentro. Questa nostra presunzione, incapace di trovare spiegazioni plausibili, deve trovare un colpevole a tutti i costi, un “capro espiatorio” alle cause dei propri mali cui attribuire la causa del “contagio”, riversando ogni colpa sulla Natura matrigna.

SESTO
Questo capro espiatorio è la conseguenza del dogma di Pasteur, che per primo stigmatizzò il “germe” (detto anche microbo o batterio) che, passando da un individuo malato ad uno sano lo ammala a sua volta. Pasteur stesso alla fine della sua vita rinnegò la sua teoria dando ragione ai suoi detrattori, Claude Bernard e Antoine Béchamp che sostenevano, al contrario, che “il microbo non è nulla, il terreno è tutto”.
I germi non sono la causa della malattia ma si occupano solo di decomporre i tessuti in degrado che sono prodotti dall'organismo; di fatto sono gli spazzini dell'organismo. I batteri sono saprofiti e quindi proliferano se trovano materiale di cui nutrirsi. È assurdo scambiare dei “becchini” per dei “serial killer”.
La differenza semantica sulla malattia DA germe o CON germe esprime bene questo concetto.
Per usare un’altra metafora “non si chiudono le discariche sparando ai gabbiani”.
Un altro esempio di come non sia il germe o il “virus” a provocare il contagio, ma l’informazione è quello dell’esperimento di Novosibirsk del 1971 (ripetuto poi decine di volte) ove cellule malate isolate da lamine di silicio comunicavano o “infettavano” cellule attigue sane senza passaggio di materia ma tramite informazioni. Le cellule sane assumevano le stesse alterazioni delle malate. Nelle stesse condizioni date si sviluppano le medesime malattie: si chiama “terreno”. Ma è più facile far accettare la “contagiosità” parlando di “diffusione” invece che di “condivisione”.
Il cosiddetto “virus” è dunque una informazione che viene condivisa. E non ci sono mascherine che possano fermare le informazioni.
Solo un Sistema Sanitario Nazionale efficiente può limitarne i danni nei casi più gravi.
Vivendo negli stessi ambienti si sviluppano le stesse malattie.

SETTIMO
Aver distrutto la Biodiversità in agricoltura porta alle carestie. Aver distrutto l’ambiente naturale e le terre con disboscamenti insensati, pesticidi e fertilizzanti chimici anche (Monocoltura).
Aver distrutto l’Ecosistema (terra, aria, acqua) e la Biodiversità dei popoli e delle etnie con la globalizzazione economica, alimentare, farmacologica (antibiotici ed antiinfiammatori come bruscolini e vaccinazioni di massa) e del pensiero unico, con l’abuso di sostanze stupefacenti (eroina, cocaina ecc), con l’inquinamento industriale (fabbriche, inceneritori, scorie radioattive, plastica, traffico ecc) e con le radiazioni, ionizzanti e non, di un inquinamento elettromagnetico sempre più invasivo, porta alle epidemie (Monocultura).
Aver imposto un modello economico universale porta alle crisi economiche e finanziarie (Capitalismo).
Siamo avvelenati: nell’ambiente che ci circonda, nel corpo, nella mente, nella psiche e nell’accettazione acritica di un sistema culturale globalizzato.
E se ad ogni avvelenamento successivo la nostra specie cerca di adattarsi, ogni adattamento lascia vivi solo i più forti. Quelli con un “terreno” più resistente.
La malattia nasce con l’obiettivo della guarigione di una specie malata. In ogni campo.

OTTAVO
Da una enormità di studi che non stiamo ora a riportare qui ma su cui abbiamo pubblicato sia noi che altri, numerosissime ricerche, la vaccinazione di massa ha provocato danni spaventosi a tutta l’Umanità, a partire dal primo Novecento.
E molti studi lo dimostrano anche in questa epidemia del 2020.

NONO

I virus (o virioni) non sono organismi viventi, quindi non contagiano niente e nessuno.
I virus:

• non sono microorganismi

• non hanno enzimi e non possiedono metabolismo
• non hanno capacità di movimento

• non hanno sistema nervoso né apparato sensorio

• non possono replicarsi

• non possiedono una vita propria, un “cervello”

• non hanno alcun sistema riproduttivo

• non possono essere riprodotti in vitro come entità viventi

Sono frammenti di Dna o di Rna che vengono espulsi dalle cellule quando esse muoiono (e ogni giorno ne muoiono centinaia e centinaia di milioni). Sono tossine che giornalmente vengono espulse dall’organismo, residui di entità un tempo organicamente funzionanti.
I virus sono frammenti senza vita, scarti di materiale vivente proveniente da cellule morte o morenti. Le fotografie che asseriscono di mostrare i virus in azione sono vere e proprie frodi scientifiche.
Va da sé che se introduciamo anche farmaci o vaccini che contengono frammenti proteici (“virus”) l’organismo, sovraccarico, non riesce ad espellerli tutti e rimane intossicato da queste scorie tossiche che inquinano cellule, tessuti e circolazione (vedi punto 7).
Non si riesce a identificare un virus (che è un miliardesimo di una cellula) se non dentro un terreno di coltura di cellule in sofferenza, deteriorate, durante il processo enzimatico chiamato “fagocitosi” (divorazione di cellule). Senza un substrato cellulare o un terreno di coltura un virus non è isolabile. Per questo lo si tratta con adiuvanti e sostanze tossiche come i derivati dello squalene. Per renderlo un nemico.
Gli esseri umani sono da sempre pieni di virus e batteri. Non siamo invasi da essi: ce li abbiamo dentro da sempre. E le complesse interazioni elettromagnetiche che si verificano dentro il nostro organismo sono ignorate dalla Scienza Onnisciente che vede solo quelle chimiche.
Infine se fosse vero che vengono studiati ai fini di una guerra batteriologica (come molti “complottisti” sostengono) rispondiamo che se ciò fosse possibile l’avrebbero già fatta così come han fatto o fanno quella chimica, vedi bomba atomica e al neutrone, ioni radioattivi, napalm, gas nervini... ecc.
Un’arma batteriologica sarebbe una “corruzione” della Natura, che invece rifugge da ogni tentativo di manipolazione da parte dell’uomo.

DECIMO
L’Epidemiologia, che è la scienza che studia l’andamento della malattia di una popolazione nel tempo, ritenne malattie infettive lo Scorbuto o il Fuoco di Sant’Antonio per poi ricredersi.
Thomas Kuhn (filosofo americano) sosteneva che la scienza si sviluppa nell’alternanza tra un paradigma e la sua crisi che porta alla successiva accettazione di un nuovo paradigma.
Crediamo che oggi sia arrivato il momento di ribaltare il paradigma dominante per non ripetere gli stessi errori.

UNDICESIMO
La Paura, il Panico sparso a piene mani dai media (non si capisce ma si può intuire a che fine) provoca più morti della malattia stessa. Perché la Paura “è una malattia che ti mangia dentro, che distrugge, che infetta” e che mette in atto nell’organismo meccanismi biochimici che bloccano i nostri sistemi di difesa.
Non a caso una persona ricoverata in Ospedale per una influenza, vede trasformarsi in 12/24 ore la sua influenza, a seguito di una diagnosi di Covid-19, in Polmonite o Blocco renale. Che sono gli organi bersaglio della Paura. Il detto popolare “La Paura fa novanta” riassume mirabilmente tutto ciò.

DODICESIMO
La psiche umana, come affrontato in numerosi studi, può collegarsi e creare fenomeni di massa o mode dette “psicosi collettive”. Oggi la psicosi della malattia ha creato uno stato di spersonalizzazione dell’individuo distogliendolo dalla propria capacità di pensare e di reagire. Goethe affermò che “il più bel dono che la Natura ha fatto all’uomo è la personalità”.
Quella personalità che scompare nelle “psicosi collettive”.
Il successo evolutivo della specie Homo Sapiens è riposto proprio nella sua socialità e nel suo saper scambiare informazioni. Questa tendenza viene brutalmente rimossa con la “quarantena” e la solitudine, contrariamente al senso di condivisione che nel corso della storia umana ha sempre creato collaborazione.
Sta in questa lettura storica l’assurdità dell’isolamento e dell’assenza di socialità durante un’epidemia.

TREDICESIMO
L’Epistemologia “è uno studio critico della natura e dei limiti della conoscenza scientifica, con particolare riferimento alle strutture logiche ed alla metodologia delle scienze”.
Ebbene siamo convinti che vengono quotidianamente commessi errori epistemici.
Manca una filosofia della scienza. E quindi organi di controllo per renderla democratica.

QUATTORDICESIMO
Se ci chiediamo infine “a chi giova?” tutto questo che sta succedendo, leggiamo, ripercorrendo la storia della Civiltà occidentale, quella della “democrazia”, che le emergenze sono sempre servite a chi detiene il potere, per “far passare”, senza opposizione alcuna, restrizioni delle “libertà democratiche” e nuove forme sempre più raffinate di controllo sociale, oltre a manovre economiche che in altra situazione sarebbero state contestate dalla popolazione. Nel 1969 la “strage di stato” servì a chiudere i rinnovi contrattuali di una classe operaia ribelle; negli anni ’80 la presunta epidemia di AIDS (vedi Comunicato Andromeda N. 72/1999) servì ad imporre nuovi protocolli medici ed a criminalizzare le pratiche sessuali, nel 2001 il crollo delle Torri gemelle a New York fu determinante per giustificare all’interno le restrizioni dette “Patriot Act”, e all’esterno la guerra contro le popolazioni di Afganistan, Iraq. Solo per citare le più note.
Oggi la storia si ripete ancora una volta. Chi non è d’accordo col pensiero unico dominante non deve poter esprimersi. Si oscurano le pagine web o i siti che non sono in linea, si denunciano i dissidenti. Ci ricorda la Santa Inquisizione. Con parole più attuali la chiamiamo Dittatura.
E restrizioni di “libertà democratiche” in nome di questa “presunta” pandemia, mentre nel frattempo passano senza problemi provvedimenti economici sciagurati come il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità).

CONCLUSIONI
La scienza da sempre è figlia del dubbio. Quella dell’altro ieri non è quella di ieri e quella di oggi è diversa ancora.
Ma quando si manifesta arrogante, presuntuosa e “non democratica” è doveroso ribadire che ci sono altre verità, altri modi di intendere la vita e la morte, la salute e la malattia, la fisica e la biologia, la storia e l’economia.

Su tutto questo è nata Andromeda (1984).

E ripetiamo oggi con forza quanto scrivemmo 31 anni fa (1989):

“Ci sono due modi di osservare la natura.
C’è un modo dolce, basato sulla pazienza, sulla concentrazione, sull’adeguare i propri tempi a quelli esistenti in natura.
Da questo tipo di osservazione nasce la capacità di riprodurre, per quanto possibile, i suoi meccanismi al fine di alleggerire alcune fatiche e di soddisfare i bisogni dell’uomo senza rompere l’armonia del suo rapporto con essa.
C’è un modo violento, frettoloso, ostile, che, senza averne compreso i meccanismi crede di poter adeguare con la forza la natura a ciò che per lui, nella sua infinita presunzione, è più comodo pensare.
Ed è quest’ultimo che informa tutta la scienza di questo nostro infelice secolo, che guida, per dir meglio, la politica della scienza onnisciente che fa acqua da tutte le parti, che devia il corso dei fiumi, che abbatte le foreste, che cementifica il territorio, che spezza l’atomo, che pretende di curare la malattia con la morte.
Il modo che sta distruggendo un pianeta”

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Comunicato ANDROMEDA N. 116/2020

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