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bambino dorme sul banco di scuola

AMANDO LA SCUOLA

14 Agosto 2020

Prefazione a cura dello staff Comilva al testo di Monica Settanni “Amando la Scuola”
Pubblichiamo un contributo importante di una insegnante che ama veramente la nostra scuola, una persona che ci porta a riflettere profondamente sul cammino che una delle istituzioni più importanti che un paese come il nostro (così come qualsiasi paese al mondo) dovrebbe curare con la massima attenzione e con una visione proiettata alla sua stessa sostenibilità nel tempo. Dopo la lettura di questo testo ognuno di noi avrà modo di approfondire il tema "scuola-azienda", che spiega molto bene come le imposizioni attuali e prossimo-future abbiano un'origine più che ventennale e rientrano perfettamente nel sentiero segnato da "e-learning, Agenda 2030 ed educazione ambientale", ecc. In questo momento storico così grave non dobbiamo dimenticare ma doverosamente sostenere tutti gli insegnanti che, come Monica, fanno di tutto per dare un senso autentico al proprio lavoro, a partire dal proteggere bambini e ragazzi dalla follia del sistema imperante.

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Amando la Scuola

di Monica Settanni
Sono convinta del fatto che, nonostante i propositi che hanno determinato l’attuale situazione, mai come ora tutte le possibilità sono a portata di mano per lasciare che finalmente si dissolva la scuola neoliberista – “azienda” voluta dagli industriali [i] e fatta di prodotti quantificabili, risultati misurabili, competizione, meritocrazia e di tante competenze, tra cui quella (aberrante) all’“imprenditorialità” (proposta dalla Commissione Europea il 10 giugno 2016 nella Nuova Agenda di Competenze per l’Europa, in origine New Skills Agenda for Europe) [ii] ... il tutto ovviamente condito ipocritamente con la salsa dell’inclusione.

Era fondamentale il furto accurato, sistematico, pervicace delle parole, per poter arrivare all’analfabetismo funzionale e alla diffusione (questa sì) pandemica dei disturbi specifici dell'apprendimento, tra cui anche le finte dislessie. Le masse non possono certo lagnarsi ... che vogliono di più? Il diritto all’istruzione dei loro figli è garantito, esaltato, glorificato nel suadente linguaggio da imbonitori, perfetti dispensatori di truffe.

In realtà, tutto il percorso è studiato perché il pensiero profondo venga abilmente tralasciato, perché la miriade di progetti offra l'illusione dell’abbondanza a fronte della povertà estrema di significato. Riempire, ma mai nutrire. Far correre a perdifiato, mai camminare con lentezza per cogliere il Buono, il Bello, il Vero. Già a scuola, fin da piccolissimi, devono imparare i ritmi della catena di montaggio e ... per di più esserne felici! Prospettiva futura: essere soddisfatti (meglio se bulimici) consumatori nonché sudditi mansueti e obbedienti. Questo è il successo formativo che si coltiva nell’attuale scuola pubblica italiana, nonostante l’impegno di molti insegnanti appassionati e ben preparati nel tentare di proporre ai ragazzi un cammino di umanità. Dopo tre mesi di didattica a distanza - portata avanti solo per rimanere uniti -, soprattutto dopo la condivisione anche di momenti difficili e tristi, il “confinamento” che abbiamo vissuto ci ha donato la visione lucida della scuola cui abbiamo diritto, che abbiamo il dovere di chiedere, che abbiamo l’onore di costruire.


i
A questo proposito, particolarmente illuminante è L’Europa, la scuola e il profitto. Nascita di una politica educativa
comune in Europa di Nico Hirtt (tratto da Les Cahiers d’Europe, n°3, hiver 2000 e reperibile in
http://www.edscuola.it/archivio/ped/europa_scuola_profitto.htm del 22 maggio 2020).

ii
Per approfondire si veda Entrecomp: il quadro europeo della competenza “imprenditorialità” di Romina Papa
(https://adiscuola.it/entrecomp-il-quadro-per-la-competenza-di-imprenditorialita/ del 9 novembre 2016).

CC

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